Il Sole 24 Ore, 5 dicembre 2016
Wall Street preoccupata: in arrivo un periodo di instabilità sui listini
L’esito negativo del referendum costituzionale in Italia che ha segnato la pesante sconfitta e le dimissioni del premier Matteo Renzi ha scatenato immediate e gravi preoccupazioni tra gli investitori americani e internazionali sul futuro del Paese, dei suoi mercati e della sua economia, e dell’intera Unione Europea. Qualcuno, nel clima di tensione, arriva a temere crisi e recessione. Altri ritengono che il voto possa rimanere un evento di trading più limitato, almeno se non emergeranno più evidenti crepe nell’intera Eurozona.
«Mi aspetto – e gli investitori americani si aspettano – un periodo di instabilità e caos in Italia, un calo dell’euro e l’interrogativo diventerà se l’Italia resterà nell’Eurozona», avverte Allen Sinai, veterano dei mercati e top executive di Decision Economics. «Nel breve periodo dovremmo assistere a vendite di azioni e bond italiani, con gli investitori che tratteranno quanto accaduto come un ‘trading event’. Poi saremo però ostaggio delle incertezze finché un nuovo governo non prenderà forma e sostanza. Tutti i titoli e l’economia italiana subiranno danni e più durerà l’instabilità più questi danni saranno seri, anche se non credo si arriverà a una recessione a meno di un probabile ritiro dell’Italia dall’euro. Lo stesso indebolimento della moneta unica aiuta l’export, anche quello italiano». Particolare preoccupazione Sinai mostra però per le banche: «Subiranno nuove pressioni, sono un problema e rappresentano un rischio del 25% di innescare una crisi bancaria europea».
Sinai non è il solo a dare l’allarme. Russell Sibertson, del team Multi-Asset di Investec con uffici da Londra a New York, dall’Australia al Sudafrica, afferma che «le dimissioni di Renzi e elezioni ravvicinate potrebbero avviare nuove pressioni significative su risk asset quali i bond italiani». E Mark Grant, chief strategist e managing director a Hilltop Securities, prevede a sua volta nuove fughe di capitali dai mercati italiani e del Vecchio continente nonché difficoltà crescenti per l’anello debole delle banche, non solo Monte Paschi. «Abbiamo visto le prime reazioni di brusco indebolimento dell’euro e rafforzamento del dollaro, vedremo presto rally nei treasuries. Avremo un clima di risk off, di fuga dal rischio in Europa e sui paesi emergenti» dice Grant, che tra i suoi clienti conta molti grandi fondi e investitori americani e globali. «Per le banche italiane raccogliere nuovo capitale diventerà molto problematico».
Grant, che vede il voto come l’ennesima espressione di un fenomeno di rifiuto dell’establishment che si sta diffondendo in Occidente, al contrario di Sinai crede però si apra una fase dove aumenteranno i pericoli di recessione in Italia tra le continue scosse politiche, con lo spettro di elezioni che potrebbero essere vinte dal movimento di Beppe Grillo, un terremoto politico potrebbe generare «profonda costernazione in Europa». In questo clima l’Italia potrebbe vedere messo in discussione il rating sul credito. «L’esito del referendum non veniva ancora dato per scontato dal mercato – aggiunge – Molti investitori diventeranno ora estremamente cauti nell’esporsi sull’Italia. Io stesso raccomando un atteggiamento che oggi eviti sia l’Italia che l’Europa, di attesa, finché la situazione e le ripercussioni del voto non si chiariscano. I rifugi rimangono le piazze degli Stati Uniti, che vantano i migliori rendimenti». Sinai, se meno pessimista nel medio periodo, invoca anche lui oggi investimenti in asset sicuri, compresi i bund tedeschi.