Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1996  novembre 11 Lunedì calendario

Harvey e Joan non sapevano niente dell’amore

• Harvey e Joan non sapevano niente dell’amore. Dovevano avere attraversato gli anni ’60, la rivoluzioane sessuale, le istruzioni per l’uso e la manutenzione dell’orgasmo, come viandanti ciechi in una notte senza luna. Erano, soltanto un uomo e una donna, non saprei neppure se chiamarli una coppia, due patners, due fidanzati o che cosa. Giudicate voi. Di professione e di vocazione erano tutti e due economisti, cultori e praticanti di una disciplina che non ci azzarderemmo a definire "romantica" o "sentimentale". Si conobbero nel 1970, a un party offerto da un amico comune. Pur non essendo più molto giovani, entrambi oltre i 40, in fatto di amore erano principianti, francamente imbranati. Harvey notò Joan, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di rompere il ghiaccio e di attaccare discorso. Fu lui a prendere l’iniziativa e a chiedere all’amico comune, all’ospite del party, di presentarlo a Joan. Si presentarono, si parlarono, scoprirono di dividere la stessa passione per l’economia, e di vivere nello stesso palazzo. Il destino. Si innamorarono l’uno dell’altra e non si lasciarono più fino a quando la morte non li separò.
• Per 20 anni, fino a quando Joan morì, non passò un giorno senza che si vedessero si parlassero. ”Facevano tutto insieme, la spesa, i pasti, le vacanze, i week-end” racconta adesso la sorella di Joan, Nancy. Quando si salutavano al mattino, lei per andare al Ministero del Lavoro a compilare le statistiche sull’occupazione, l’utilizzo degli impianti industriali, il costo del lavoro per unità prodotta, lui nell’azienda privata dove era il capo della direzione investimenti, si telefonavano continuamente. Furono tra i primi a comprarsi i telefoni cellulari, appena uscirono sul mercato, così da restare in contatto anche quando erano lontani da un telefono da tavolo. Lei era la prima persona che lui incontrava ogni mattino. Lui era l’ultima voce che lei ascoltava prima di addormentarsi.
• Se mai il mondo aveva visto un amore, questo era. Per 20 anni, per 7300 giorni, Harvey Wexler e Joan Coward furono la definizione vivente dell’aggettivo inseparabile e vissero insieme dalla mattina alla sera. Non è una frase fatta, è la verità. Erano sempre, e soltanto, insieme dalla mattina alla sera. Mai di notte. Per 20 anni, questi due adulti perfettamente sani, perfettamente innamorati, non fecero mai all’amore. Ne parlarono, ne discussero, come discussero di matrimonio e di convivenza. Una volta fu lei a dire va bè, dai facciamolo, e lui a resistere, tergiversare. Un’altra fu lui a proporlo, e lei a rimandare. Un giorno dopo l’altro, una chiacchiera dopo l’altra, arrivarono alla fine dei loro giorni senza mai ”farlo”. E senza mai sposarsi, né convivere sotto lo stesso tetto. «Mia sorella me ne parlava spesso» dice oggi Nancy, «e si tormentava un poco. Mi chiedeva: Nancy siamo anormali? Siamo matti? E io non sapevo cosa rispondere». Era come se gli inseparabili avessero silenziosamente deciso che l’astinenza, e il gioco del procrastinare, fosse il motore segreto del loro interminabile amore, che il ”non farlo” fosse la vera prova del loro amore, a dispetto di un mondo che privilegia la meccanica, l’idraulica, la fisicità dell’amore.
• Joan fu la prima ad andarsene. Fino a quando poté restare in casa, Harvey trascorse con lei tutto il giorno. Quando dovette essere ricoverata in ospedale, lui lasciò il lavoro e passò con lei gli ultimi mesi della sua vita. Morì nel 1990, con lui accanto, naturalmente. Ma la loro storia di un amore incompiuto non era ancora finita. Qualche giorno addietro, all’inizio di luglio, Harvey è morto a quasi 70 anni, e il suo avvocato ha aperto il testamento. Tutti i suoi notevoli beni ed averi, 11 milioni di dollari, 17 miliardi di lire, erano stati lasciati all’Università dove Joan aveva studiato e si era laureata, il Bryn Mawr College in Pennsylvania, con la esplicita disposizione di intitolare una cattedra di economia al suo nome . «Perché il tuo nome non muoia mai e con esso il segno dell’amore» ha lasciato scritto nelle ultime volontà. Harvey e Joan non sapevano niente dell’amore come lo intendiamo noi, o come lo dànno a intendere. Non conobbero mai i sudori, le ansie, le fatiche, i piaceri che noi chiamiamo amore. Soltanto la gioia squisita di un ”no” che è divenuta una storia più lunga della vita. La storia di un amore tra due economisti.