la Repubblica, 26 ottobre 2016
L’amaca di Michele Serra
Condivido quello che ha detto dalla Gruber, a proposito di Renzi, l’editorialista del “Fatto quotidiano” Antonio Padellaro. Ha detto (riassumo) che un vero leader dovrebbe unire un Paese, non spaccarlo in due. Vero, il grande difetto di Renzi è esattamente quello, la sua incapacità caratteriale e politica di portare a sintesi punti di vista differenti.
Subito dopo, però, mi sono chiesto quali sono, in Italia, i leader non divisivi. Quelli che uniscono il Paese, quelli che portano a sintesi, eccetera. Berlusconi? Nessuno nella storia italiana (forse solo il nefasto Benito) ha saputo dividere gli italiani quanto lui. Beppe Grillo? È il paradigma vivente della spaccatura: lo schema politico M5S contro resto del mondo cristallizza il rozzo bipolarismo amico/nemico, “io ho ragione, tutti gli altri affanculo”. Matteo Salvini? È uno che vive solo di bianchi e di neri, di applausi e di fischi: i grigi non sono contemplati. A meno di candidare a Palazzo Chigi il Papa (comunque malvisto dai cattolici tradizionalisti) o Andrea Camilleri (comunque malvisto dagli autori di noir meno fortunati), di leader “non divisivi” non se ne vede l’ombra. Forse lo era Enrico Letta: non ha avuto fortuna. Viene un sospetto, del quale rendo partecipe anche Padellaro: non sarà che abbiamo leader divisivi perché dividerci è la sola forma di identità politica alla nostra portata?