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 2016  ottobre 25 Martedì calendario

Così il morbillo diventa mortale

ROMA Il livello di sicurezza è 95%. Significa che se 9 bambini e mezzo su 10 sono vaccinati, anche quelli che non possono esserlo per controindicazioni, ad esempio la presenza di deficit del sistema immunitario, vengono automaticamente protetti da malattie infettive pericolose per la vita. In gergo si parla di «immunità di gregge». Chi da piccolo fa le punture pediatriche mette al sicuro i compagni di classe più deboli.
La soglia di sicurezza
Un concetto poco chiaro ai tanti genitori che sempre di più preferiscono sottrarre i figli a questa semplice azione preventiva, per disinformazione o ideologia. E così l’Italia si ritrova sulla soglia del 93,4%. Quasi due punti in meno rispetto a quella ideale sembrano nulla. Ma se si guardano i dati in dettaglio la situazione è preoccupante, perché solo sei Regioni sono sopra il fatidico paletto: Basilicata, Abruzzo, Lazio, Calabria, Piemonte e Sardegna. E allarmante è anche il trend della copertura media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite e pertosse. Il calo è costante: 96,1% nel 2012, 95,7% nel 2013, 94,7% nel 2014, fino al 93,4% del 2015. Emblematico il caso della Valle d’Aosta: era la Regione «virtuosa» nel 2005, con il 99,5% di vaccinazioni contro la polio, e dieci anni dopo si è ritrovata sotto la media nazionale (93,40%). «Siamo un Paese a rischio – dice Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità —. Prima o poi dobbiamo aspettarci casi di infezioni che non facevano più paura». In primo luogo il morbillo, ritenuto innocuo e, al contrario, causa di complicanze severe.
L’allarme morbillo
Si puntava all’eradicazione, invece ristrette epidemie sono ricomparse. L’antimorbillo viene offerto in combinazione con parotite e rosolia (trivalente). La media nazionale è 85,29%, secondo i dati del 2015 pubblicati dal ministero della Salute poche settimane fa. Dati ritenuti «particolarmente preoccupanti» perché segnalano un calo del 5% in appena tre anni (nel 2013 la media nazionale di queste vaccinazioni era del 90,4%). Alcune Regioni, poi, sono ancora più sotto: nelle vaccinazioni contro il morbillo le Marche sono ferme al 79,90%, il Molise al 77,38, la Provincia autonoma di Bolzano si ferma al 68,84%. Le defezioni sono legate alle periodiche polemiche sul presunto legame dell’antimorbillo con l’autismo. Una teoria che non ha mai trovato basi scientifiche e che, anzi, è stata smentita ufficialmente dall’autorevole rivista medica Lancet. Il sospetto, rilanciato da un medico inglese, nasce dal fatto che i bambini cominciano a mostrare disturbi autistici nei primi due anni, dunque in coincidenza con le prime dosi. La falsa credenza ha alimentato i pregiudizi ideologici di alcune associazioni naturopate con sede al Nord, a Rimini e a Bolzano. Non è un caso che la maggiore ostilità delle famiglie si riscontri in queste aree. L’immunologo del San Raffaele Roberto Burioni ha lanciato l’allarme su Pesaro, la sua città di origine, dove i protetti dalla trivalente sono appena 6 su 10. «C’è pericolo di focolai. Il morbillo può dare encefaliti, otiti, polmoniti con complicanze mortali. Il virus troverebbe terreno fertile», avverte Massimo Agostini, del Dipartimento di prevenzione di Pesaro, Urbino e Fano.
La (lieve) inversione
Se le coperture vaccinali fanno registrare quasi tutte «preoccupanti cenni di decremento», si segnalano al contrario «lievi incrementi» delle vaccinazioni contro il meningococco C e lo pneumococco, aumentate rispettivamente del 3,6% e dell’1,5%. Il calendario vaccinale dell’infanzia non fa distinzione tra obbligatorie (polio, difterite, tetano, epatite B) e facoltative (pertosse, haemophilus influenzae B, morbillo, parotite, rosolia, varicella, meningococco C, pneumococco). Le vecchie diciture sono impropriamente usate ed è più corretto parlare di «raccomandate o consigliate».
Le contromisure
Prima i genitori che iscrivevano il bimbo a scuola, sprovvisto dei certificati vaccinali, venivano segnalati ai Tribunali minorili. Poi con l’autonomia delle Regioni la prassi è decaduta. Il Veneto ha abolito l’obbligatorietà e ora si ritrova al livello di 84,64%, sotto la soglia di sicurezza, tanto che sta pensando di tornare indietro. In Emilia Romagna ottiene consensi una proposta di legge che impone il certificato vaccinale all’asilo. E la federazione degli Ordini dei medici, Fnomceo, è corsa ai ripari con un’azione dissuasiva sugli iscritti che obiettano e remano contro: già partiti i primi richiami.