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 2016  ottobre 22 Sabato calendario

La cremazione non è peccato ma le ceneri restano sacre

Non ci saranno novità, ma nemmeno passi indietro nella istruzione che la Congregazione per la Dottrina della Fede «Ad resurgendum cum Christo» ha messo a punto circa «la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione». Il documento viene pubblicato il 25 ottobre e verrà presentato alla stampa dal cardinale Gerhard Mueller, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, dal domenicano Serge-Thomas Bonino, segretario della Commissione Teologica Internazionale e da monsignor Angel Rodriguez Luno, consultore della Congregazione. Si tratta della prima istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede, una volta nota come «la suprema» Congregazione, pubblicata durante il pontificato di Francesco. Ma soprattutto del primo documento della Santa Sede in tema di cremazione e dispersione delle ceneri.
A quanto si apprende dai Sacri Palazzi, il documento che verrà diffuso in sette lingue «non apporterà grossi cambiamenti. La cremazione, se non è in negazione con la Resurrezione, è un rito possibile, mentre la dispersione delle ceneri non è raccomandabile». Il documento, dunque, «chiarisce bene il confine tra i due campi».
Un documento storico, un testo prezioso che avrà il merito di mettere nero su bianco l’orientamento della Santa Sede e della chiesa cattolica sul delicato tema.
Fino a questo momento l’unica indicazione sull’argomento era quella contenuta nel canone 1.176 del diritto canonico, comma terzo: «La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia, non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana».
Con il documento di martedì prossimo, invece, i termini saranno più ampi e ci si soffermerà maggiormente sull’importanza del rito delle esequie, con la sepoltura del corpo, consentendo tuttavia la cremazione, e inserendolo in un contesto sociale e antropologico ben più ampio. Infine, la «non raccomandazione» della pratica della dispersione delle ceneri.
La Chiesa italiana ha pubblicato, nel 2012, un nuovo aggiornamento del testo liturgico sul «Rito delle esequie», un contributo che serve veniva spiegato – «a umanizzare il momento della morte, sottraendolo alla sua invisibilità e alla sua individualità, quando non alla sua spettacolarizzazione».
Da qualche decennio la chiesa cattolica è passata dalla netta condanna all’accettazione della cremazione, quando questa non sia in negazione alla Resurrezione, anche se ritiene la sepoltura del corpo dei defunti la forma più idonea a esprimere la fede nella Resurrezione della carne. 
Resta invece contraria alla dispersione delle ceneri, rito che può essere più suggestivo ma che rischia di avvicinarsi alla religiosità new age.
C’è infine il punto legato alla conservazione delle ceneri in un luogo privato, come a casa. La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, nel «Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia» del 2012, afferma: «Si esortino i fedeli a non conservare in casa le ceneri di familiari, ma a dare ad esse consueta sepoltura».