La Stampa, 22 ottobre 2016
Lucky Strike punta su Camel . Nozze miliardarie nel tabacco
Grandi manovre fra i giganti del tabacco: il gruppo britannico Bat (che ha come marchio di punta Lucky Strike) vuol comprare per 47 miliardi di dollari la quota che ancora gli manca dell’americana Reynolds (Camel), di cui è già azionista, per poi fondere le due società e fare una concorrenza più agguerrita all’altro colosso americano e globale, cioè la ex Philip Morris, che adesso si fa chiamare Altria (Marlboro).
Questa complessa operazione può anche essere interpretata come difensiva. Da un po’ di anni il settore del tabacco è in declino nel mondo (o almeno in Occidente) perché il fumo fa male e sempre più gente evita le sigarette e sigari; ma in controtendenza c’è stato un parziale rilancio del mercato grazie all’avvento delle sigarette elettroniche. Oltre che ad aumentare le vendite dei prodotti tradizionali, che in ogni caso attirano ancora milioni di consumatori, la Bat punta proprio a diventare numero uno negli Stati Uniti nel settore più promettente, che è rappresentato (appunto) dalle sigarette elettroniche.
Gli analisti interpretano l’operazione come difensiva anche in un altro senso: in vista della Brexit, molte aziende britanniche cominciano a trovare angusta una Gran Bretagna che sia avvia a uscire dall’Ue, e cercano di reagire dandosi una dimensione sempre più globale.
La Bat pur avendo sede centrale a Londra ha già un’identità non solo britannica ma anglo-americana, infatti la sigla Bat significa British American Tobacco. Dal 2004 possiede una grossa fetta di Reynolds, ne controlla il 42,2% e ora punta a incamerare (con i 47 miliardi che mette sul piatto) il restante 57,8%. La Reynolds, numero due del tabacco negli Usa, a sua volta è in crescita, avendo acquisito di recente il numero tre americano Lorillard (marchio Newport).
Ma la Reynolds che cosa dice della fusione/acquisizione promossa dalla Bat? In sostanza è d’accordo, ma chiede più soldi, cioè un premio più alto del 20% sul valore delle azioni offerto da Bat. La proposta del gruppo britannico è di 20 miliardi di dollari in denaro contante e 27 miliardi in azioni Bat. Da segnalare che l’agenzia Moody’s, specializzata nella valutazione della solidità finanziaria delle imprese, dice che la forte cifra da pagare mette a rischio il rating (merito di credito) A3 di Bat, che potrebbe essere tagliato. Non si tratta di una bocciatura, ma qualche problema viene evidenziato. «L’operazione rafforza il profilo di business di Bat – dicono gli analisti di Moody’s – ma spinge a un significativo deterioramento il profilo di credito».
Oltre ai marchi di punta Lucky Strike e Camel, il futuro supergruppo Bat più Reynolds avrà in portafoglio Dunhill, Kent, Rothmans, Benson & Hedges, Newport, Pall Mall e molti altri.
Da notare che il gruppo Bat una volta controllava in America la società Brown & Williamson che però è finita male, e in modo clamoroso: accusata di aver aggiunto alle sigarette sostanze chimiche per rafforzare la dipendenza dei consumatori (accusa corroborata dalle dichiarazioni di un ex dirigente) la Brown & Williamson è sparita come società indipendente.
La vicenda è stata raccontata dal film (pluripremiato) «The Insider – Dietro la verità» con Russell Crowe e Al Pacino.