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 2016  ottobre 21 Venerdì calendario

«Io e il Milan? Tra dieci anni
 spero di fare il capitano
. Da Buffon imparo sempre». Intervista a Donnarumma

Nulla succede per caso. A quasi un anno dal suo debutto in serie A da titolare (25 ottobre 2015 contro il Sassuolo, età 16 anni e 8 mesi) Gigio Donnarumma è già il simbolo del nuovo Milan. Ma certe abitudini sono rimaste le stesse, piuttosto è cambiata la posizione in classifica: nessuno dopo nove giornate si immaginava un secondo posto. 

Gigio, è stato un anno intenso.

«È vero ma io cerco di restare con i piedi per terra e non voglio che si dica che mi sono montato la testa. Nel Milan, adesso, ci sono tanti giovani, i compagni più esperti ci supportano e alla fine, a parte la scuola che è un filino più dura e una fidanzata, tutto scorre come prima».

Dicono che sia rimasto uguale anche il tuo comportamento durante il tragitto tra il convitto e il centro sportivo di Milanello.

«Vabbè, io sono il più matto della compagnia. Sul pulmino per ragioni di stazza sono sempre stato davanti... Poi sparo subito musica napoletana, conoscete le canzoni di Tony Colombo? Locatelli e i due miei compagni della Primavera Guarnone e Plizzari non si ribellano neppure più, alzano lo sguardo sconsolati e si infilano le cuffie».

In campo, invece, come sei?

«Sono sempre stato tranquillo, ma per la prima volta proprio in questo inizio stagione ho avvertito un po’ la pressione. Sentivo dire in continuazione che c’era bisogno di una mia conferma».

Invece, dopo un inizio un po’ così, siete cresciuti. Cosa è successo?

«Non eravamo scarsi prima e non siamo fenomeni adesso».

Nessuno si sarebbe immaginato un Milan in seconda posizione.

«Dobbiamo continuare a essere umili, poi vedremo dove riusciremo ad arrivare».

Sembrate più leggeri di testa. È questo il segreto?

«Quando non vinci, perdi sicurezza. Con Montella abbiamo ritrovato entusiasmo ed è cresciuta la consapevolezza dei nostri mezzi. Sarà grazie anche allo spirito di noi uomini del Sud!». 

Il 25 febbraio diventerai maggiorenne. Pensi più alla patente o al rinnovo del tuo contratto?

«Al contratto ci pensa il mio agente Mino Raiola e non penso che ci saranno problemi, quindi direi la prima opzione».

E sul tuo futuro cosa ti senti di dire?

«Gioco nella squadra del mio cuore, quella per cui ho sempre fatto il tifo, non potrei avere di meglio».

Buffon a 38 anni è sempre un grandissimo portiere, tu alla sua età come ti immagini?

«Spero di essere ancora in porta e magari tra dieci anni di indossare anche la fascia di capitano del Milan. Adesso ci sono altri compagni che la meritano ma in futuro potrebbe toccare a me».

A proposito di Buffon, dopo l’errore commesso contro la Spagna come lo hai visto nello spogliatoio?

«Anche in quell’occasione c’era solo da imparare. L’ho visto come al solito. Può capitare di sbagliare, lui è davvero un grandissimo».

Cosa pensi quando sbagli una parata?

«A finire la partita. Poi c’è tutto il tempo per le analisi». 

Ti è mai capitato di essere provocato in campo da un avversario?

«Per adesso mai, ma quando gioco mi so far valere, quindi non so come reagirei».

Come si diventa Donnarumma?

«Io non sono diventato ancora niente, devo crescere ancora tantissimo. Però faccio tantissimi sacrifici. Spesso mi fermo da solo a Milanello, mattina e pomeriggio. All’inizio è stata dura perché bisogna rinunciare a molte cose, adesso inizio a vedere i frutti».

Infatti è arrivata anche la convocazione in Nazionale.

«Non nascondo che all’inizio ero un po’ a disagio, molto emozionato. Ma l’accoglienza dei compagni mi ha aiutato moltissimo, Buffon è stato splendido».

Sai che il Milan viene da sette sconfitte in campionato con la Juventus?

«Anche questo è uno stimolo. Cercheremo di affrontarli nel modo giusto, ci sarà tantissima gente allo stadio».

Una vittoria cambierebbe i vostri obiettivi?

«Noi vogliamo tornare in Europa League, adesso non guardiamo la classifica, lo faremo a Natale».

Higuain è l’attaccante più forte del campionato?

«Per adesso direi di sì, bisogna stare attenti, inventa sempre qualcosa. E poi non è un avversario come gli altri».

Cioè?

«Mio cognato Carmine, a cui sono molto legato, tifa Napoli e non lo ha assolutamente perdonato. Devo batterlo per forza».