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 2016  ottobre 20 Giovedì calendario

Sergio Chiamparino e Chiara Appendino hanno detto sì alla cannabis libera


Sono d’accordo anche sulla cannabis.
Il sindaco M5s di Torino, Chiara Appendino, e il governatore Pd del Piemonte, Sergio Chiamparino, hanno aderito alla storica battaglia di liberalizzazione dei radicali. Appendino ha già firmato il progetto di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione delle droghe leggere, mentre Chiamparino lo farà nei prossimi giorni.
L’intesa tra i due, consolidata a livello istituzionale e criticata dai dem, che pretendono da Chiamparino una dura opposizione ai grillini, va oltre i palazzi torinesi.
La sottoscrizione di Appendino, autenticata dal consigliere comunale del Pd, Mimmo Carretta, è arrivata dopo quella della maggioranza assoluta degli amministratori del Consiglio comunale, compresi quelli di M5s, che hanno in gran parte aderito all’iniziativa dei radicali piemontesi.
Eppure, la scorsa estate, i grillini sembravano restii ad appoggiare la proposta sulla liberalizzazione della cannabis avanzata da un loro esponente, il consigliere comunale, Maura Poli.
La quale, in seguito a un sequestro di 60 piante di marijuana effettuato dalle forze dell’ordine in un centro sociale, aveva giustificato i militanti. «L’autoproduzione è condivisione, non è spaccio», disse Poli.
«Aggiungo che l’unico modo per sconfiggere le mafie che affliggono il nostro paese sia la legalizzazione», sottolineò il consigliere grillino. «Spero che tutti gli organi preposti, che partecipano al tavolo della sicurezza, collaborino per individuare le priorità d’intervento per la nostra città».
Le parole di Poli, da sempre vicina ai centri sociali, crearono un certo imbarazzo nella maggioranza. Le testate locali scrissero che Appendino, a proposito della liberalizzazione delle droghe leggere, aveva un orientamento diverso rispetto a quello del suo consigliere. Un paio di mesi dopo, però, il sindaco ha messo nero su verde. E ha firmato la proposta dei radicali sulla marijuana.
«Torino è sempre stata all’avanguardia sulla proposta di legalizzazione delle droghe leggere», si legge nella nota diramata dall’associazione radicale Adelaide Aglietta e pubblicata dal Quotidiano Piemontese. «La sindaca di Torino e la maggioranza del Consiglio comunale non fanno che ribadire questa capacità di guardare avanti, con ragionevolezza e senza ipocrisie.
La legalizzazione delle droghe leggere rappresenta un modo concreto per togliere ossigeno alla criminalità organizzata. Ormai questa consapevolezza è diffusa tra la cittadinanza, come dimostrano le file ai nostri tavoli di raccolta firme, nonché tra molti magistrati e forze di polizia».
«La sindaca Chiara Appendino, con la sua firma, dà slancio all’ultima settimana di raccolta firme», hanno proseguito i radicali piemontesi. «Ne occorrono 50mila per presentare in parlamento il progetto di legge di iniziativa popolare: siamo a un passo dall’obiettivo. A ciascuno la scelta di mettere la testa sotto la sabbia, come in questi 40 anni di proibizionismo cieco, o di alzarla e guardare in faccia il problema per governarlo.
Hanno già annunciato l’adesione al progetto di legge popolare Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, e Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale Piemonte, le cui firme raccoglieremo nei prossimi giorni». L’intesa tra Appendino e Chiamparino va oltre le istituzioni. E si rafforza sui banchetti dei radicali.