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 2016  settembre 30 Venerdì calendario

Su Ciampi, il costruttore

Nella risposta a un lettore lei ha definito Ciampi un «costruttore». Può spiegarne la ragioni?
Anna Moretti Bologna
Cara signora,
Credo che una delle migliori risposte al suo quesito sia nel ritratto di Ciampi scritto per una «Lettera» diffusa dopo la sua morte dal Centro di studi diplomatici. L’autore è Roberto Nigido, un ex diplomatico che è stato direttore generale degli Affari economici alla Farnesina, rappresentante dell’Italia alla Commissione di Bruxelles e consigliere di presidenti del Consiglio.
Ciampi, secondo Nigido, ebbe un ruolo di rilievo in alcune fasi cruciali della politica economica e finanziaria del Paese. All’inizio degli anni Settanta, quando era direttore generale della Banca d’Italia, convinse Giulio Andreotti che occorreva entrare nel Sistema monetario europeo, la prima tappa di un percorso che si sarebbe concluso con la creazione dell’euro. Più tardi, alla fine del decennio, quando divenne Governatore, combatté tenacemente l’inflazione: una battaglia che ebbe l’effetto ridurre i tassi d’interesse e di alleviare il peso del debito sul bilancio nazionale. Fra il 1993 e il 1994, quando fu presidente del Consiglio, convinse i sindacati ad accordarsi con il governo per una politica dei redditi che rese il clima sociale meno teso e contenzioso. Con Beniamino Andreatta fu il più autorevole «padrino» delle privatizzazioni; e come ministro del Tesoro del governo di Romano Prodi smentì la diffusa convinzione che l’Italia non sarebbe riuscita a essere nel 1998 fra i Paesi che avrebbero soddisfatto le condizioni per l’ingresso nella moneta unica.
So naturalmente, cara signora, che alcuni di questi successi non sono considerati tali da una parte dell’opinione pubblica italiana. Ma credo che tutti, anche i maggiori critici dell’euro, debbano riconoscere la tenacia e la serietà di un uomo che aveva idee molto chiare sull’interesse della nazione e che godeva tra i suoi partner europei di un grande prestigio. Aveva previsto tra l’altro che l’arrivo della moneta unica avrebbe comportato il rischio dell’aumento dei prezzi e aveva promosso la creazione di un Comitato costituito presso il ministero del Tesoro «con l’incarico di monitorare il passaggio dalla lira all’euro e prevenire il verificarsi di possibili fenomeni inflazionistici». Ma il comitato, come ricorda Nigido, fu abolito dal nuovo governo dopo le elezione del 2001. L’aumento dei prezzi si verificò, puntualmente, soprattutto nel 2002.