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 2016  settembre 29 Giovedì calendario

«Yara rifiutò le avance, Bossetti la uccise»

Il Dna è una «prova granitica», ma nella condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti, per l’omicidio di Yara Gambirasio, pesano anche le parole di Marita Comi. Suo malgrado, perché ha sempre difeso il marito. I giudici, nelle 153 pagine di motivazioni, definiscono «estremamente significativo il contenuto di alcuni colloqui intercettati», quelli portati in aula dall’avvocato Andrea Pezzotta, che con il collega Enrico Pelillo assiste i Gambirasio. Il 4 dicembre 2014 in carcere Marita dice al marito: «Ci ho pensato Massi, eri via quella sera, non mi ricordo a che ora sei venuto e non mi ricordo neanche che cosa hai fatto. Perché all’inizio eravamo arrabbiati, e quindi non te l’ho chiesto. È uscita dopo la storia della scomparsa e non mi hai mai detto che cosa hai fatto». Lei a processo ha detto che lo incalzava per chiedergli spiegazioni, ma per la Corte in quel momento «attinge ai suoi personali ricordi».
Sul Dna, pilastro dell’inchiesta che gli avvocati di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, hanno attaccato per le modalità delle analisi, i giudici hanno accolto la tesi del pm Letizia Ruggeri. Dunque c’è una «perfetta sovrapponibilità del profilo nucleare di Ignoto 1 e del profilo nucleare di Bossetti». Una traccia sugli slip e sui leggings in corrispondenza di una ferita che «rappresenta piena prova di un contatto» tra la ragazzina indifesa che adorava Johnny Depp e Laura Pausini, la pizza e le patatine, con un uomo «malvagio» per le «sevizie e la crudeltà» che le ha inferto.
La Corte indica il movente sessuale: avance respinte «in grado di scatenare una reazione di violenza e sadismo di cui non aveva mai dato prova fino ad allora». Al furgone ripreso attorno alla palestra non viene dato grande peso, perché compatibile e non identico a quello di Bossetti. Le fibre sui vestiti di Yara simili a quelle dei sedili del suo Iveco, così come le sferette metalliche, non valgono da sole ma fanno da corollario al Dna. Ha peso un fatto: il giorno del delitto «l’imputato è nella zona di Brembate Sopra – Mapello e non altrove».