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 2016  settembre 27 Martedì calendario

Il caro estinto famoso (Elvis Presley in primis) è una miniera infinita per gli eredi

È il destino delle leggende: vivere storie infinite. Diventare oggetto, spesso morboso, di rivelazioni sfrenate e di speculazioni, insomma di accanito sfruttamento. La lista è lunga e particolarmente produttiva, specie nella musica. Se non ci fosse l’ampio catalogo di miti scomparsi, l’industria sarebbe alla canna del gas. O quasi. E la lista dei campioni di incassi che non ci sono più è capeggiata dal re assoluto del rock’n’roll, Elvis The Pelvis, che a quasi quarant’anni dalla sua morte (avvenuta il 16 agosto del 1977) continua a essere una miniera senza fondo (nel suo nome sono stati incassati 600 milioni di dollari). Proprio in questi giorni è uscito sugli schermi il fantasioso Elvis e Nixon, che più che puntare sulla storia, gioca sull’accostamento improbabile di due nomi celebri e, sicuramente, dall’appeal assai diverso. Ma quel film è solo una delle tante occasioni per parlarne. Per cominciare c’è il cerimoniale degli anniversari: sono sessant’anni da quel primo album che sconvolse il mondo della musica e battezzò, con Blue Suede Shoes e Heartbreak Hotel, la nuova era dell’industria musicale che, per la prima volta, assisteva alla creazione manageriale di una star. Non solo, naturalmente saranno ricordati con inevitabile enfasi anche i quattro decenni passati dalla scomparsa di quel mito.
ANTOLOGIE Nuove antologie, di quelle che il pubblico non sembra stancarsi mai, e una serie televisiva di otto o dieci puntate che i fratelli Weinstein produrranno in accordo con la vedova Presley, madame Priscilla, ormai ricca come Creso, che ha dato il suo benestare a girare la storia nella casa museo di Graceland. E già questo sarà un asso nella manica di indubbio richiamo, visto che quel mausoleo è praticamente un santuario oggetto di morbosa curiosità da parte di legioni di fedeli. Quanto al soggetto, si baserà sul dettagliato libro Elvis, scritto nell’82 da Dave Marsh, giornalista rock americano, ma anche sul materiale d’archivio del re del rock ’n’ roll, compresi i suoi diari personali. Certo, essendoci il benestare della famiglia e della Fondazione Presley, è probabile che si tratterà di una storia che, difficilmente, terrà conto della lunga lista di rivelazioni venute fuori nel tempo su vizi, tendenze, eccessi che hanno caratterizzato la vita di Elvis. Di recente sono state scritte storie anche a proposito di una sua presunta omosessualità. E una ex fidanzata, Linda Thompson, lo ha descritto nel suo libro Little Thing Called Life, senza fare sconti alla fantasia come un ciccione che si sarebbe ammazzato mangiando a cena due filoni di pane francese imbottito con mezzo chilo di pancetta fritta, burro d’arachidi, marmellata di fragole, vittima degli antidepressivi, in preda ad attacchi di violenza (una volta, racconta, le sparò, un’altra la minacciò con una spada da samurai).
La serie tv dovrebbe essere messa in lavorazione a breve, mentre ancora da scegliere è il nome dell’attore che interpreterà Presley. Priscilla comunque ha già dato a sua benedizione: «Ho i brividi – ha detto -. Si potrà raccontare la storia di come Elvis abbia cambiato la cultura della musica e dato il via a una rivoluzione che ha cambiato il mondo»·
Si diceva del rock e delle sue leggende. E Elvis non è il solo. Praticamente tutti gli idoli scomparsi sono al centro di progetti, non solo con documentari (come quelli su Amy Winehouse o Bob Marley) ma proprio come soggetti da cui trarre film. Spesso ci sono di mezzo le famiglie, divise fra la suggestione di incassi milionari e la voglia di preservare il ricordo del proprio congiunto. Ma anche quando c’è il benestare, non sempre le cose vanno in porto con facilità. Martin Scorsese accarezza da anni il progetto di un film su Frank Sinatra, ha l’accordo con Nancy e Tina, le figlie di The Voice, ma finora non ha ancora girato nulla (si favoleggia di Leo DiCaprio come interprete). Su Michael Jackson, se Spike Lee ha realizzato un documentario, è in incubazione un progetto curioso con Joseph Fiennes (un bianco nei panni dello sbiancato re del pop): racconta della fuga di Jacko da New York l’11 settembre del 2011. La sera prima aveva cantato al Madison, davanti a Liz Taylor e Marlon Brando. I tre terrorizzati, visto il blocco degli aeroporti, avrebbero affittato delle auto per fuggire in Ohio. Su Freddie Mercury, dopo la rinuncia di Sacha Baron Cohen, che se la è presa perché l’ex partner del leader dei Queen, Brain May, voleva edulcorare la storia sui vizi del suo amico. La parte sarà affidata a Ben Whishaw, attore in Skyfall e The Danish Girl.