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 2016  settembre 26 Lunedì calendario

«Non chiamatemi “eroe della schiscetta”»

«Non sono un capopopolo alla testa di genitori rivoltosi: sono solo un avvocato che cerca di fare onestamente il suo lavoro». Giorgio Vecchione rifiuta qualsiasi etichetta da «eroe del panino», ma è innegabile che le sue vittorie in aula lo abbiano reso protagonista di una rivoluzione nelle scuole italiane che va ben oltre la battaglia dei genitori torinesi. E punto di riferimento anche per le altre famiglie in Italia che ora rivendicano il diritto al pasto da casa: tanto che è sempre lui, con il fratello Riccardo, ad assistere alcuni clienti milanesi che hanno fatto ricorso in tribunale.
Avvocato, le amministrazioni stanno chiedendo tempo e invocano il dialogo, voi perché andate avanti con le azioni legali?
«Noi siamo dispostissimi a concedere alle scuole il tempo di organizzarsi, e quando dico noi parlo di molti dei genitori che assisto; ma quale dialogo? Le istituzioni sono muri di gomma: la prima causa, nel 2013, nasce dalla sordità a ogni richiesta contro le tariffe troppo care; e, dopo la sentenza di giugno, come controparte, siamo stati invitati una volta a luglio a un confronto. Alle nostre domande non davano risposte, da allora invocano il dialogo e non ci hanno più convocato, nè hanno risposto ad alcuna delle comunicazioni che ho inviato a Comune e ministero. E sta dando indicazioni chiare: è per questo che molti si rivolgono a noi».
Ricevete molte richieste?
«Da settembre, la questione ci sta occupando giornate intere, si tratta soprattutto di consulenza a chi fuori da Torino non sa come deve comportarsi se vuole dare disdetta alla mensa, come deve rispondere ai no categorici e alle obiezioni sanitarie».
Ora si è mossa anche l’Anci, ma chi può risolvere la situazione?
«La cosa più grave è che i Comuni, dall’essere meri gestori di un servizio facoltativo, si siano proclamati capi supremi nelle decisioni da prendere».
Quindi dovrebbe intervenire il Miur?
«Sì, certo, ma io ho sentito responsabili del Miur parlare soltanto a tv o giornali. I veri soggetti che ora sono tra l’incudine e il martello sono i dirigenti scolastici, lasciati soli a decidere senza indicazioni. Ma la cosa veramente deprecabile è un’altra».
Quale?
«Che in tante resistenze di natura ideologica, nessuno nelle istituzioni si stia ponendo il problema del perché sta succedendo tutto questo, perché sono sommersi di disdette dalle mense. Perchè un genitore si sottrae al pagamento e preferisce il pasto da casa? Perchè non si indaga sulle vere situazioni di disagio delle famiglie? Stanno difendendo un sistema che ormai è alla fine, senza chiedersi i motivi veri per cui questo succede».