la Repubblica, 26 settembre 2016
Sulle ceneri di Truman Capote finite all’asta
Quel che resta di Truman Capote vale 45mila dollari. Offerti così, al telefono, in una mattina di fine estate in California da un anonimo “collezionista” americano. «Pensate che grande opportunità», urla il banditore. Può succedere solo a Hollywood che le ceneri di Capote vengano esposte e messe in vendita come un oggetto qualunque. Lotto 517, base di partenza 2000 dollari. Ma stimate in catalogo tra i 4000 e i 6000, stesso prezzo dell’autografo del Frankenstein-Boris Karloff, appeso al muro un metro più in là. Alla fine, saranno superate in valore dal disegno originale per una copertina di Superman del 1964: quasi 47mila dollari. A Los Angeles, su La Cienega Boulevard, la strada dove inizia Il grande nulla di James Ellroy, c’è Julien’s Auctions, la casa d’aste che è lo svuotacantine delle star. Ha l’aspetto di un garage tirato a lucido con le memorabilia compresse nelle vetrine e il pavimento scrostato. La ciocca di capelli di Marilyn Monroe sta tra le lettere di Stanlio e il calco delle orecchie del dottor Spock. Ci sono i gioielli a stelle e strisce, le aquile e il pugnale di Charlton Heston; il copione di Matrix appartenuto a Keanu Reeves e persino le sante reliquie di Steve Jobs: chiodo, dolcevita con la scritta Next, accappatoio, camicie, set da bagno, portafogli. Vestiti, tanti vestiti. Jane Fonda ha liberato gli armadi: il suo guardaroba è in mostra al piano di sopra. Compresi l’abito delle nozze con Ted Turner, discutibili pescioni d’argento e premi minori: i due Oscar, invece, se li è tenuti a casa.
Ma i piatti forti dell’asta di questo weekend a L.A. sono stati i resti di Truman Capote. Letteralmente. Non solo le ceneri. Ma anche la maglietta a righe e il costume da bagno indossati al momento della morte (5000 dollari): 25 agosto 1984, a Bel Air, non lontano da qui. L’incanto del lotto 517 e degli altri proviene dalla villa di Joanne Carson, ex moglie del presentatore Johnny, scomparsa un anno fa. Joanne è stata l’ultima vestale del culto di Truman. Nella sua casa su un pendio ripido, poco distante dal Sunset Boulevard, aveva destinato un’intera zona allo scrittore, che si rintanava da lei tutte le volte che voleva fuggire dagli eccessi e da New York. Joanne metteva la segreteria telefonica e dedicava tutto il tempo a Capote, gli preparava succhi di carota e lasciava la piscina a disposizione. Truman stava per andare a nuotare anche la mattina di quel 25 agosto quando, logorato dagli abusi, morì tra le braccia di Carson un mese prima di compiere sessant’anni. Il macabro thriller delle reliquie di Capote inizia prima del funerale. I resti di Truman sono rivendicati dal compagno Jack Dunphy, che vuole portare le ceneri a New York; dalle zie intenzionate a seppellire il corpo in Alabama e dalla stessa Joanne Carson, che invece chiede che Truman riposi al Westwood Mortuary, accanto alle tombe delle star preferite, Marilyn Monroe e Natalie Wood. La spunta Dunphy, che se ne va con le ceneri in un libro di bronzo. O almeno in parte. Perché Joanne, come raccontò poi a George Plimpton, presenta alle pompe funebri una lettera in cui lo scrittore chiede che le sue ceneri siano conservate per metà a New York e per metà in California. È così Carson paga una lapide al cimitero di Westwood e, di nascosto da Dunphy, custodisce per sé un’altra urna, che rimane sul comodino della stanza di Truman a Bel Air come i venti contenitori di pillole, i cuscini, i pattini, i cappelli, le cinture: tutti oggetti che sono stati battuti all’asta sabato. Quando Dunphy (morto poi nel 1992), guardando un servizio fotografico sulla rivista People, scopre le “altre” ceneri, rifiuta di crederci: «Tutte sciocchezze, ogni cosa che dice Joanne è una bugia». E lei ribatte: «Per Truman io ero la sua Holly Golightly (la protagonista di Colazione da Tiffany, ndr) in carne e ossa». Ma i colpi di scena non finiscono. La notte dell’11 novembre 1988, durante un party in maschera pochi giorni dopo Halloween, l’urna sparisce. Per poi ricomparire sei anni più tardi nel giardino di casa Carson. Rimane nella villa fino alla morte di Joanne, nel 2015. Lei si fa seppellire nella tomba vuota di Capote, a Westwood: la targa tra i loro nomi recita “Beloved Friends”. Più pragmatici che sentimentali, invece, gli amici eredi di Carson si disfano presto di tutte le memorabilia, ceneri comprese. Ed eccole nel magazzino di West Hollywood, in mostra come bigiotteria di poco prezzo in una vetrinetta bassa appoggiata a una scala. Darren Julien, il boss della casa d’aste che ha aperto nel 2003, non si scompone. Dieci anni fa ha venduto per 75mila dollari il calcolo renale del capitano Kirk di Star Trek, l’attore William Shatner: «È la prima volta che delle ceneri sono state battute all’asta. A Capote avrebbe fatto piacere. Amava la pubblicità, i riflettori. Voleva vivere un’avventura anche dopo la morte. L’acquirente ora avrà l’occasione di condividere l’ultima conversazione con Truman». Insomma, qui nessuno fa una piega. Tra lo sparuto pubblico, composto da non giovanissimi, c’è chi ride quando si presentano i lotti più assurdi. Tante sedie restano vuote. I collezionisti del macabro si manifestano al telefono. Vanno benissimo le pillole con tanto di prescrizione che Capote non riuscì mai a prendere: divise in due lotti, vengono battute per 4000 e 3250 dollari. Le cinture dorate 2750 dollari; il pappagallo in porcellana 2000; i pattini appena mille. Una signora californiana con borsa enorme e marito annoiato in bermuda esulta in sala, appena si aggiudica il cappello preferito da Truman per 700 dollari. Grande applauso quando si vendono le ceneri. «L’acquirente vuole restare anonimo, assicura che l’avventura di Truman continuerà», dice Julien. Ma poi è sicuro che le ceneri vendute siano autentiche? Il boss della casa d’aste si mette i guanti bianchi e, a sangue freddo, apre la scatola di legno. Estrae l’urna con il sigillo e l’intestazione “Capote, Truman (Partial Cremains). Aug. 28, 1984” stampata dal crematorio di Westwood. Truman Capote sta per ripartire. Chissà se, almeno stavolta, per l’ultimo viaggio.