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 2016  settembre 25 Domenica calendario

Sulla Libia si prepara un tavolo che comprenda il generale Haftar



I
l nodo per riportare la stabilità in Libia, oltre alla lotta contro l’Isis, è il futuro del generale Haftar, che comanda le truppe di Tobruk e ancora non ha rinunciato a conquistare Tripoli con la forza. Per trovare una soluzione si seguono due strade: primo, organizzare una conferenza internazionale che lo includa, facendolo sedere allo stesso tavolo del premier Sarraj per trovare un compromesso che lo soddisfi; secondo, accontentare le richieste dei Paesi che lo sostengono, a partire dall’Egitto, affinché rinuncino ad usarlo come strumento per ottenere influenza in Libia, e di fatto lo abbandonino. Alla prima ipotesi si è già cominciato a lavorare, dopo la riunione ministeriale dei Paesi più coinvolti presieduta giovedì a New York dal segretario di Stato americano Kerry e dal ministro Gentiloni. L’idea è andare oltre il «formato di Roma», su cui si sono basati finora questi incontri, per includere Haftar. Per la sede della nuova conferenza si sta pensando a Paesi come Arabia o Algeria, perché il loro sostegno diretto all’iniziativa avrebbe anche un importante significato politico. La ministeriale di giovedì ha confermato il pieno appoggio al processo gestito dall’inviato dell’Onu Martin Kobler: ha auspicato la formazione rapida di un nuovo gabinetto, da portare all’approvazione della Camera che ha sede a Tobruk e finora ha evitato o rifiutato di ratificare il nuovo Governo di accordo nazionale; ha stabilito che il controllo delle risorse petrolifere deve restare tutto nelle mani della National Oil Corporation, trasferendo i ricavi alla Banca centrale libica. Uscendo, Sarraj si è detto pronto ad incontrare chiunque, e questo dovrebbe essere il prossimo passo. Haftar vorrebbe la presidenza o marciare su Tripoli, ma una proposta di compromesso che circola è la creazione di un consiglio militare in cui lui abbia un ruolo preminente, per unificare tutte le forze armate e le milizie sotto un solo comando. Se questo progetto della conferenza non funzionasse, l’alternativa è negoziare direttamente con i sostenitori di Haftar, dando loro quello che chiedono per abbandonarlo. L’Egitto insiste affinché gli islamisti siano esclusi dal governo di accordo nazionale. Questa, e altre concessioni per sancire la sua influenza sulla Libia, potrebbero spingere il Cairo ed i suoi alleati ad accettare l’esecutivo e ridimensionare Haftar.
(Paolo Mastrolilli)