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 2016  settembre 23 Venerdì calendario

La rinascita di Balotelli, l’ennesima

«Questo è solo l’inizio», scrive (anzi, posta) Mario Balotelli su Instagram. Una foto ritrae il suo inchino al pubblico di Nizza dopo la seconda doppietta nel campionato francese. «Solo l’inizio» suona come una promessa ma rimbomba come una minaccia, perché la vita calcistica di SuperMario è lastricata di debutti brillanti. Quello nella Ligue 1 ha fatto scoccare l’amore con il pubblico transalpino: due gol al Marsiglia, altrettanti nel derby con il Monaco, primato in classifica. Il quotidiano l’Équipe lo ha definito un eroe appena una settimana dopo avergli dato 2 in pagella per l’indolenza esibita in Europa League contro la Schalke. Erano, quelli di Coppa, residui di un vecchio Balotelli che adesso è maturato? O sono la conferma che, dietro i tocchi di classe, la natura dell’uomo non cambia?

Tra speranze e flop

Sarà il tempo a dare la misura del personaggio. Ci sono indizi confortanti anche per il ct Ventura in chiave azzurra: Balotelli sorride quando segna (pare che non succedesse dai tempi del Lumezzane), ringrazia il pubblico, dispensa consigli ai compagni, torna in difesa a dare una mano, dà retta all’allenatore, prima e dopo gli allenamenti si intrattiene con i tifosi a firmare autografi e scattare selfie. «Non me l’aspettavo», ha ammesso il tecnico svizzero Lucien Favre, che sta cercando di riuscire là dove hanno fallito, tra gli altri, Mancini, Mourinho e Allegri. Dare continuità di rendimento, liberare il talento senza imbrigliarlo (ma anche senza abbandonarlo a un’anarchia poco creativa). E, soprattutto, mantenere l’armonia dello spogliatoio.
Rientrato a Liverpool dopo una stagione in prestito al Milan (1 gol in campionato, 2 in Coppa Italia all’Alessandria), Balotelli in estate ha sbattuto contro l’atteggiamento di chiusura di Klopp. Offerte ne ha ricevute, ma non proprio d’eccellenza: Chievo e Palermo in Italia, Everton, Crystal Palace e Hull in Inghilterra. Poi si è fatto avanti il Nizza, città di mare, un clima favorevole in tutti i sensi, insomma il luogo ideale per rifarsi una verginità.

In vetta alla classifica

E così torniamo a quella frase, «è solo l’inizio». Come nel dicembre 2007 all’esordio in Coppa Italia, quando 17enne segna una doppietta alla Reggina. È stato Roberto Mancini il primo a dargli fiducia nell’Inter e a portarselo dietro nel Manchester City: anche qui una doppietta nelle prime partite scalda e illude al tempo stesso. Nel gennaio 2013 lo sbarco nel Milan di Allegri, dove lascia subito il segno con la «solita» doppietta in campionato.
Nell’estate 2014 torna in Premier League, al Liverpool, e segna al Ludogorets nei preliminari di Champions stabilendo un record: primo italiano ad andare a segno nella massima competizione europea con quattro squadre diverse, Inter, Manchester City, Milan e appunto Liverpool. Il seguito della stagione è da dimenticare, così come il ritorno al Milan. «Deve continuare a lavorare in questo modo, prendendo piena coscienza delle sue capacità», lo esorta l’allenatore.