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 2016  agosto 30 Martedì calendario

Dall’anarco-conservatore al sovranista, tutti i profili degli intellettuali in erba

Studenti e neo laureati, tanti sotto i 30 anni. Detestano le categorie destra-sinistra ma mostrano particolare avversione per i progressisti. Sono tanti questi intellettuali in erba. Agitatori culturali che dominano la Rete e si raccontano come realtà vive e non riserve indiane. Eccone alcuni profili.

ANARCO-CONSERVATORI Sebastiano Caputo e Lorenzo Vitelli dirigono L’Intellettuale dissidente: «Un progetto nato a costo zero. Sostenuti esclusivamente dal contributo dei lettori attraverso donazioni e acquisto dei libri della nostra casa editrice Proudhon. Non abbiamo entrate pubblicitarie, finanziamenti privati o fondi pubblici. Peraltro il lettore medio appartiene a quella fascia di età che va dai 18 ai 30 anni. Questo perché abbiamo dato una rappresentanza culturale ed editoriale ai nostri coetanei con circoli su tutto il territorio». Ma non si definiscono rottamatori: «Rifiutiamo il giovanilismo. Siamo anarchici-conservatori». Tra le novità dei prossimi mesi un’antologia di testi sulle élite di Gramsci, Pareto, Mosca e Michels, e la ripubblicazione di Filosofia della miseria di Proudhon. Ad ottobre andrà in rete una piattaforma su sport e costume.
ANTICONFORMISTI «Pubblichiamo di tutto senza guardare in faccia nessuno. Non abbiamo preclusioni. E presentiamo i nostri volumi ovunque ci invitino». Sono le parole di Alessandro Amorese, quarantenne con base a Massa, in Toscana e deus ex machina di Eclettica, casa editrice nata nel 2009. Anche qui, quasi tutti trentenni i responsabili delle collane con una trasversalità che si assapora già nei titoli: una biografia di Beppe Niccolai, un saggio su Marcuse, uno su Bruno Leoni e scritti di Giuseppe Solaro (segretario provinciale del Partito Fascista Repubblicano di Torino).
ANTIMODERNI Si muovono su due fronti le truppe di Andrea Scarabelli. Con la rivista Antares, adottata da Bietti nel 2011, e di cui è direttore responsabile Gianfranco De Turris. Redattori giovanissimi che hanno già prodotto pregevoli fascicoli su Tolkien, Lovecraft, Disney, sulla fantascienza o sugli economisti eretici mentre sono in preparazione numeri su Bukowski e su Borges. E con la collana «L’Archeometro» che pubblica quattro libri l’anno con un progetto del tutto organico a quello della rivista. Nomi altisonanti: Pound, Cioran, Bradbury, Eliade, Meyrink. E poi contemporanei come Stenio Solinas, Luca Gallesi o Riccardo Paradisi. «L’intento spiega Scarabelli – è quello di riunire le articolate realtà della cultura alternativa. Vogliamo ospitare le voci critiche nei confronti di un mondo, quello moderno, osannato dai progressisti e deprecato dai conservatori. Una terza via, insomma. Da un punto di vista politico, siamo indipendenti: le categorie destra e sinistra per noi sono esaurite».
COMUNITARISTI Quelli de Il Talebano si definiscono comunitaristi: «La maggioranza dice il direttore Fabrizio Fratus – proviene dal mondo identitario che si rifà alla Destra anti-sistema e alla Lega Nord. Molti militano nel M5S e diversi provengono da esperienze di sinistra antagonista. Noi siamo per la Patria (e non per la nazione), per l’economia dell’autoconsumo, per l’autodeterminazione dei popoli. Siamo contro il sistema delle democrazie parlamentari e privilegiamo un modello elitario basandoci sul pensiero di Vilfredo Pareto in un contesto di piccole comunità». Un giornale che non nasconde anche una strategia politica: «Vogliamo seminare le nostre idee spiega Vincenzo Sofo – tramite la rete di 1000 patrie, organizzazione composta da 17 realtà politiche su tutto il territorio».
CONSERVATORI E INDIPENDENTI Francesco Giubilei è il più giovane editore d’Italia. Suddivide le sue fatiche tra due marchi: Giubilei Regnani che ha un taglio generalista anche se con particolare attenzione alle tematiche «non conformi» (ultimo testo pubblicato L’altro Msi di Annalisa Terranova) e Idrovolante edizioni (diretto da Roberto Alfatti Appettiti e Daniele Dell’Orco) che si occupa anche di riscoperte come Marinetti o Corridoni. Proprietario della libreria Cultora a Roma, a settembre farà partire Il Conservatore, quotidiano dai propositi chiari sin dal nome. Abbiamo lettori spiega Giubilei intellettualmente curiosi che vanno oltre il cosiddetto pensiero dominante».
FEDERALISTI E OLIVETTIANI «In economia intento di destatalizzazione ma armonizzato da un disegno comunitario in stile olivettiano e avverso alla finanziarizzazione. In politica confederalisti. In cultura spiritualisti nella traccia goethiana. Critica all’euro e ricerca per soluzioni istituzionali diverse». Sono questi alcuni punti de La Confederazione italiana, rivista online che si definisce federalista e olivettiana. Finanziata da contributors e lettori, organizza seminari sui temi dell’economia, del federalismo e della tripartizione dell’organismo sociale nel senso inteso da Gerges Dumezil. Direttore è Geminello Alvi, ma coordina tutto Riccardo Paradisi, già redattore di Liberal e l’Indipendente.
PATRIOTTICI Michele De Feudis, direttore di Barbadillo, non la prende alla larga: «Tante nostre firme hanno curato romanzi, saggi di approfondimento e pubblicazioni scientifiche. L’obiettivo prioritario è rendere visibile la presenza di un filone culturale patriottico e sovranista, propedeutico a fornire sollecitazioni a una futura classe dirigente con aspirazioni di governo e non di marginalità». Ma anche in questo caso, risalta la tipicità dei lettori: «Giovani dai 18 ai 30 anni, un pubblico di eretici over 35. Tanti accademici, molti attenti alla politica internazionale».
REAZIONARI Marco Solfanelli si definisce «refrattario». Poi aggiunge, «reazionario-refrattario». A capo di una storica casa editrice di destra ereditata dal padre Marino, ora si apre a giovani autori e a temi di diversi orientamenti. Marco oltre a curare presentazioni e convegni, partecipa a fiere librarie anche nelle realtà di provincia e rivela di essersi arreso alla «modernità» grazie ai social-network e a un call center per fidelizzare i propri clienti.
SOVRANISTI Età media 30 anni. Dieci redattori ma con i collaboratori si arriva a 50. A dirigere Il primato Nazionale è Adriano Scianca: «Siamo sovranisti, antiglobalisti, ostili alla sinistra culturale, alla destra economica e al centro politico. Vogliamo valorizzare le eccellenze dell’Italia e dell’Europa, evidenziandone il primato spirituale. Ecco perché subiamo attacchi quasi quotidiani da parte di hacker democratici».