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 2016  agosto 30 Martedì calendario

Monza aiuterà Vettel a tornare il fuoriclasse che è?

Una volta ha problemi la macchina, la volta dopo si scontrano i piloti. La crisi della Ferrari non ha un’unica spiegazione: è un mix di errori e sfortuna, di occasioni mancate e di episodi sfavorevoli. Chi ha sbagliato? Tutti e nessuno, la Formula 1 è sport di squadra e dietro ai piloti c’è il lavoro di tecnici e meccanici. Ma come ogni team di vertice, anche la Ferrari ha un suo fuoriclasse: Sebastian Vettel. Che sia lui il numero 1 lo certificano l’ingaggio, una trentina di milioni l’anno, e i quattro titoli mondiali vinti con la Red Bull tra il 2010 e il 2013.
Vettel è arrivato a Maranello nel 2015 e ha vinto 3 delle prime 13 gare, regalando entusiasmo all’ambiente. Adesso, dopo altrettanti Gp, è a quota zero. Certo, si diceva della sfortuna, dell’aggressività di Verstappen domenica scorsa in Belgio, del motore rotto in Bahrein. Episodi. Ma c’è un momento in Formula 1 in cui conta solo la prestazione pura: la qualifica. Non si possono attribuire solo ai piloti le dodici pole position della Mercedes contro le zero del Cavallino, perché le macchine hanno prestazioni diverse. Il confronto è attendibile solo tra compagni di squadra. Nella passata stagione Vettel è stato più veloce di Raikkonen 15 volte su 19, mentre nel 2016 Kimi vince per 7 a 6. In calo anche i punti: a parità di gare il pilota tedesco ne ha 75 in meno, il suo compagno 17 in più.
Le critiche dei vertici
Cosa è successo? Torniamo al sabato di Spa-Francorchamps: le due Ferrari si piazzano in seconda fila, con distacco minimo dalla Mercedes di Rosberg. Dal presidente Sergio Marchionne arriva un applauso, ma anche una critica: «Il risultato non è male, considerando un paio di errori dei piloti». Non è la prima volta che Vettel sbaglia e il fatto viene rimarcato. Domenica, altra manovra discutibile: se c’è un responsabile dell’incidente alla prima curva quello è lui che ha stretto Raikkonen. Una manovra così dura è ammissibile contro un avversario, perché è in ballo una posizione, non contro il compagno di squadra. Tra le righe del comunicato stampa si legge la posizione del team: il dg Arrivabene non nomina Verstappen, Raikkonen lo accusa, ma a proposito di un episodio successivo, mentre Vettel, nero su bianco, dice che «col senno di poi avrei lasciato più spazio a Kimi».
Il Gp d’Italia per riscattarsi
Una stagione meno brillante non mette in discussione il talento, però rischia di frenarlo. Sentendosi criticato, Vettel sembra avere due reazioni opposte: quello che in gergo tecnico viene definito «overdrive», traducibile in frenesia, che lo porta a sbagliare; e quello opposto della prudenza, che lo induce ad andare piano per evitare rischi. Correre già domenica prossima a Monza è una buona medicina: il bagno di folla, il ricordo della prima vittoria, l’amore del pubblico, i miglioramenti della macchina registrati a Spa possono finalmente regalare alla Ferrari un risultato di prestigio e rilanciare Vettel. La testa di un fuoriclasse è un meccanismo delicato: sarebbe un peccato incrinarlo.