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 2016  agosto 30 Martedì calendario

Intanto D’Alema prepara le sue truppe per il No

VICENZA Massimo D’Alema torna, lancia stilettate contro il premier, «questo ragazzo che qualche volta sembra che ci prenda per i fondelli». E poi estrae quello che chiama «l’uovo di Colombo»: «Una riforma di mezza paginetta, a cui stanno lavorando tre costituzionalisti. La presenterò presto». Ritorno in grande stile, in una festa della sinistra a Vicenza, che preannuncia un tour tra le città per il No al referendum. Con la tappa fondamentale del 5 settembre, quando ha organizzato una riunione a Roma per lanciare i comitati del no a livello territoriale: «Troppi cincischiavano, è ora di fermarli».
Il prologo è sul terremoto. D’Alema ringrazia Renzi per aver citato la ricostruzione in Umbria e Emilia, quando era premier. E apprezza la scelta di Vasco Errani come commissario: «Non c’entra con le dinamiche interne, prenderà la tessera del Pd e la metterà nel cassetto. E poi – scherza – lui era l’unico esponente della Fgci che conosceva Baudelaire». Ma la sintonia con il premier finisce qui. Anzi, comincia un lungo attacco: «La crescita del Paese, che era stata annunciata come strabiliante, è zero. Siamo ultimi. Diceva il premier: adesso non ce n’è per nessuno. Beh, ce n’è invece. Mi pare evidente che la politica economica del governo non è efficace».
Poi si concentra sul referendum. Il no è senza condizioni: «Orfini ha detto che c’è libertà di coscienza. Bene, vi ricordo che Concetto Marchesi votò no alla Costituzione. Nessuno battè ciglio allora. E c’era lo stalinismo, eh». Sempre al presidente del partito, che aveva spiegato come D’Alema sia ora appoggiato «dai girotondini», replica ridendo: «Certo, girotondini come Casavola, Onida, De Siervo. Sarà un girotondo un po’ difficoltoso, vista l’età». E ancora: «Già bocciammo la riforma fatta da Berlusconi, pressoché identica a questa. Loro hanno cambiato idea. Io no. Una vecchia barzelletta sovietica, diceva, cos’è il deviazionismo? È andare dritti quando la linea va a zig zag. Ecco, io sono un deviazionista». Il confronto con l’ex Cavaliere è ripetuto: «Perché Renzi non ha riproposto la legge uninominale? Perché anche a lui fa comodo nominarsi i deputati. La stessa filosofia di Berlusconi. Il paradosso è che mentre lui esce di scena, il berlusconismo vince. Il centrosinistra si è fatto erede della cultura politica di Berlusconi». «Abbiamo – prosegue – anche forme di persecuzione: gente viene cacciata dalla direzione dei tg se non è d’accordo con il governo».
Il suo no al referendum non ha le subordinate della minoranza: «Non polemizzo con Bersani. Ma, certo, nessuno cambierà la legge elettorale prima del referendum». Nessuno scontro, però, come testimonia la presenza qui di Davide Zoggia, che spiega: «Ci sarà sicuramente una convergenza». D’Alema anticipa il suo uovo di Colombo: deputati ridotti di 250, Senato dimezzato, voto di fiducia solo alla Camera e «un comitato di conciliazione per evitare la navetta, come accade negli Usa, dove c’è il bicameralismo perfetto».
Ma se vincesse il no, sarà la fine di Renzi? «Non lo so. Certo è che sta accumulando sconfitte su sconfitte. Io però non ho chiesto le sue dimissioni. Ha fatto tutto lui, dice e disdice. Renzi contro Renzi. Noto però con piacere che ora ha sconvocato le urne anticipate». D’Alema accusa il premier per il clima che si è creato: «Era necessario spaccare il Paese e drammatizzare i toni?». Comunque sia, il Pd di Renzi certo non gli piace: «Perdiamo i palmiri e guadagniamo i verdini e i cicchitto». Dal pubblico c’è chi lo contesta: «Se vince il no arriva la destra». No, risponde: «Perché non ci saranno le elezioni anticipate. Invece se andremo avanti così, finiremo come Wile Coyote e i 5 Stelle andranno al governo».
Per sventare questo scenario, tutto è pronto, o quasi, per il lancio della campagna per il no, il 5 settembre. Sono attese 150 persone: «Anche troppe, sto cercando di dissuadere la gente», spiega ironico. Pochi i nomi noti. Sicuramente ci sarà Paolo Corsini, battagliero ex sindaco di Brescia: «È una riforma persino illeggibile. Credo che i bersaniani alla fine stiano con noi». La sinistra pd diserterà l’appuntamento dalemiano: assenti Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo e Roberto Speranza. Potrebbe invece palesarsi Miguel Gotor: «Dipende dai miei impegni. Però auguro il successo a questa bella iniziativa».
Tra gli altri a Roma ci saranno due eurodeputati, il napoletano e bassoliniano Massimo Paolucci e Antonio Panzeri. Tra i pugliesi, i consiglieri Ernesto Abaterusso, Enzo Lavarra, Mario Loizzo e Pino Romano. Tra i calabresi, il capogruppo della Sinistra in Calabria Giovanni Nucera. Subito dopo, D’Alema partirà per una vera e propria tournée del no: dopo la festa dell’Unità di Catania di stasera (si confronterà con il ministro Gentiloni), è atteso a Lecce, Ravenna, Ferrara, Pavia, Napoli, Caserta e Bari.