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 2016  agosto 30 Martedì calendario

Maradona fermato con un passaporto rubato

Non ci fossero le fotografie a documentarla, sembrerebbe una storia uscita dalla penna di un artista. Fantasia da realismo magico, per intendersi, capace di mescolare logica e assurdità con totale naturalezza. Quasi fossero l’una il dovuto esito dell’altra; e non certo l’opposto. In sintesi, Diego Armando Maradona, ormai decollato a notizia vivente, l’altra sera non è potuto partire da Buenos Aires per Dubai perché il suo passaporto risultava rubato. O, meglio, secondo la sicurezza Diego aveva un documento che lui stesso aveva segnalato come rubato. Anzi, alcune fonti hanno ipotizzato che il passaporto fosse addirittura falso.
Ancora qualche sfumatura, e quel che accadeva di leggere non era più una cronaca, ma un racconto di Garcia Marquez. Atmosfere sudamericane, eventi paranormali, distorsioni del tempo. Vale la pena di approfondire. Maradona era in compagnia della fidanzata Rocio Oliva all’aeroporto internazionale Ministro Pistarini di Ezeiza, una località poco distante da Buenos Aires. Aveva partecipato nelle ultime settimane a uno show televisivo, e doveva semplicemente tornare a Dubai. Al controllo della polizia, però, ecco l’imprevisto. «Signore, è stato denunciato il furto di questo passaporto. Non può viaggiare», ha sussurrato l’agente di frontiera. Ne è scaturita, naturalmente, una discussione. Esterrefatto e furibondo, Diego ha subito telefonato al suo avvocato Matias Morla, che ha spiegato alla polizia di non aver mai denunciato il furto del passaporto e ha chiesto di lasciar partire il fuoriclasse. Margini di trattativa? Nessuno. Così Maradona ha dovuto abbandonare i bagagli ed è rientrato a casa per trascorrere ancora una notte a Buenos Aires. Dall’inaccessibile galassia di Diego è filtrata in serata anche una lettura, per così dire, politica del quadro. Perché qualcuno ha intravisto un nesso tra la questione legata al passaporto e alcune critiche espresse da Maradona nei confronti del presidente argentino Mauricio Macrì.
I SOSPETTI
Più tardi il Pibe de Oro ha raccontato la propria versione al Diario Popular. Furente, a dir nulla. «Io non permetterò a nessuno di guidare la mia vita. Da 15 anni faccio quello che voglio e nessuno verrà a dirmi cosa fare. È una sciocchezza la denuncia per il furto di un passaporto che ho in mano. Il mio avvocato, Matias Morla, indagherà su questa menzogna orchestrata da qualche politico. Matias è la mia ombra e troverà la persona responsabile di questo oltraggio. Ora mi vado a riposare e domani vedremo cosa succede», ha urlato Maradona. Ad alzare la tensione, tanto perché bisognava sdrammatizzare, ha provveduto l’avvocato Morla. «Non abbiamo mai denunciato lo smarrimento o il furto del passaporto, infatti Diego lo aveva tra le mani. È molto strano quello che è successo ad Ezeiza. Indagheremo», ha tuonato il legale.
Non sarebbe magia, se non ci fosse Maradona.