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 2016  agosto 30 Martedì calendario

Cinghiali che attraversano sulle strisce, a Genova

Nove cinghiali beneducati attraversano in fila, sulle strisce pedonali. Succede in centro a Genova, a due passi dallo stadio e dal carcere di Marassi, una notte di fine estate. Ma gli ospiti, in città sempre meno inattesi, sono in buona compagnia. Altri cinghiali trotterellano vicino al terminal traghetti bloccando il traffico sotto la Lanterna, o grufolano nei viali dell’università. Certo Genova, diceva Caproni, è città di vento e di brina, con i monti che puntano dritti al mare, ma il travaso dei cinghiali dai boschi alle strade di città dilaga in Italia, da Nord a Sud, con segnalazioni sempre più numerose.
Si va dalla famiglia di ungulati che spaventa i residenti al nuovo San Paolo di Bari alle auto danneggiate a Ottati, nel salernitano. Dalle Madonie, dove gli avvistamenti sono continui da quando, poco più di un anno fa, un anziano morì per l’aggressione subita durante una passeggiata, alle segnalazioni frequentissime a Roma Nord o nel Ternano. E poi l’allarme in Toscana: se a Volterra l’assalto subito in agriturismo ha messo in fuga un gruppo di turisti, all’Argentario gli ungulati che trotterellano in spiaggia sono i beniamini dei vacanzieri.
Proprio la Toscana ha da poco approvato una legge ribattezzata “Ammazza- cinghiali”, che liberalizza la caccia. E a inizio agosto Coldiretti ha organizzato una scenografica protesta, portando in piazza Duomo, a Firenze, due piccoli esemplari. Obiettivo: denunciare il raddoppio della popolazione in Italia negli ultimi dieci anni (oggi si stima oltre un milione di capi), con effetti disastrosi per le colture e rischi per i residenti. L’ultimo caso appunto a Genova, dove l’altra notte la mamma e gli otto cuccioli che attraversavano la strada hanno hanno provocato provocando un ingorgo di auto e motorini nel cuore della movida: tutti fermi per scattare fotografie.
Gli avvistamenti urbani sono all’ordine del giorno e anche ai profani è evidente che non si tratta più di sconfinamenti sporadici, ma di insediamenti veri e propri. Nel capoluogo ligure, a dare il senso dell’emergenza è il vertice convocato in prefettura per domani, con Regione, Comune, vigili del fuoco, protezione civile e polizia metropolitana. Al centro il braccio di ferro in atto tra l’assessore regionale all’Ambiente leghista, Stefano Mai, che vorrebbe «licenza di uccidere» gli ungulati anche in centro città e il sindaco “arancione” Marco Doria, che si aggrappa a un’ordinanza che vieta i metodi più cruenti almeno in centro, e ammette l’uccisione degli animali in strada solo se è a rischio la pubblica incolumità. Altrimenti le bestie catturate per le vie del centro andrebbero riportate nei boschi.
C’è però il parere, recente, dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione ambientale, che vieta di reintrodurre nel bosco gli ungulati catturati in città. Cosa c’è dietro al loro moltiplicarsi sulle nostre strade? La siccità e i roghi che hanno assediato le zone boschive intorno ai centri abitati nelle ultime settimane. Ma anche, per esempio a Genova, il fatto che i nove agenti dedicati debbano tenere a bada una popolazione di 25mila esemplari. L’allarme i ha dimensione europea, spiegano gli addetti della polizia metropolitana: «L’abbandono delle campagne, con la scomparsa di ghiande e castagne, è causa degli sconfinamenti nei centri abitati. E insieme ai cinghiali crescono i loro predatori: gli orsi e i lupi». Con un avvertimento: «I cinghiali più pericolosi sono proprio quelli di città, abituati alla presenza dell’uomo: per questo andrebbero abbattuti».