Il Sole 24 Ore, 26 agosto 2016
Quanto valgono i tacchi di Jimmy Choo?
Tacchi e utili vertiginosi per Jimmy Choo: la società di calzature e accessori di lusso ha annunciato ieri un aumento del 42,6% dell’utile operativo semestrale a 25,3 milioni di sterline, oltre le previsioni. I ricavi sono cresciuti del 9,2%, grazie soprattutto a due fattori: il primo è l’incremento del 22% delle vendite in Asia, che ha più che compensato lo stallo di Stati Uniti e Europa. Il rallentamento dell’economia cinese, che ha colpito grandi nomi del lusso come Burberry, non sembra avere scalfito Jimmy Choo. Il secondo fattore è il successo delle scarpe da uomo. La divisione uomo è quella che registra la crescita più rapida, specie in Asia: rappresenta ora l’8% dei ricavi e si prevede raggiunga a breve le due cifre. Non è tutto. Il secondo semestre è iniziato bene, ha detto il gruppo, grazie soprattutto al calo della sterlina dopo il referendum Ue. Il 28% dei costi è in sterline, ma solo il 9,5% dei ricavi, quindi «un indebolimento della valuta porta a un aumento della performance del business sia come ricavi che come utili». A dispetto della presunta crisi del lusso Peter Harf, presidente di Jimmy Choo, ha dichiarato che «le prospettive non sono mai state migliori di adesso». I risultati positivi e l’ottimismo sul futuro hanno rilanciato il titolo, che ha guadagnato il 5,7% alla Borsa di Londra ieri. Un bel modo di festeggiare i vent’anni di Jimmy Choo, fondata nel 1996 dall’omonimo designer in un minuscolo calzaturificio londinese.