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 2016  agosto 25 Giovedì calendario

Il gioco di fine estate: chi si prende Balotelli?

Dalla copertina del Time al campetto verde in cui si allenano le riserve del Liverpool. Il centro sportivo di Melwood, a West Derby, periferia cruda della città, è diventato l’inferno di Mario Balotelli. Jurgen Klopp lo ha scaricato in fretta e senza garbo, fregandosene del suo passato illustre e dello stipendio milionario, 90 mila sterline alla settimana, 6 milioni di euro netti a stagione. Mario non è più super. Per troppi anni gli eccessi hanno superato di gran lunga le prodezze sul campo. Forse, con il senno di poi, doveva evitare di andare in Inghilterra così giovane. Al City ha giocato poco, però in compenso ha riempito le pagine dei giornali scandalistici. Ma ora che sembra diventato un bravo ragazzo, il calcio gli ha voltato le spalle. La figlia Pia, nata da una burrascosa relazione con la soubrette Raffaella Fico e la morte del padre adottivo, lo hanno fatto crescere. Forse, e considerando di chi stiamo parlando il condizionale è d’obbligo, ha capito di aver abusato di se stesso e del sistema che lo ha ingrassato, sfruttato e adesso è pronto a cancellarlo.
È soprattutto in campo che Balotelli deve ritrovare se stesso. L’ultima stagione al Milan è stata un supplizio: 20 presenze in campionato condite dallo straccio di un gol e altri due in Coppa Italia. Mai decisivo, insomma. Come se, una volta messa la testa a posto, avesse smarrito la voglia di battersi. La spiegazione meno suggestiva ma più logica è un’altra e ha un nome infido: pubalgia. Balo si è dovuto persino operare, nella speranza di ritrovarsi. Niente da fare. E adesso, a una settimana dalla fine del mercato, è solo una scommessa. Il suo nome circola tristemente da una squadra all’altra: una al giorno, o quasi, in Italia o all’estero. Ma per adesso niente di concreto. Neppure in Cina, dove strapagano chiunque, hanno sentito il bisogno di puntare su di lui. Meno male, perché se da una parte la soluzione di volare dall’altra parte del mondo gli permetterebbe di conservare il suo mega ingaggio, dall’altra probabilmente segnerebbe la sua fine ad un certo livello. Balo sta cercando. E se il suo procuratore non fosse il potentissimo Mino Raiola, ci sarebbe quasi da preoccuparsi. Invece, alla fine, qualcosa spunterà. Per adesso voci, anche suggestive, soluzioni a volte improbabili, altre avventurose come il campionato americano. La lista è lunga e le ipotesi si moltiplicano: Everton, Sunderland e Crystal Palace gli ultimi fremiti dalla Premier League. Ma è tutta l’estate che si parla di Balotelli. Lo voleva il Crotone, per la prima volta in serie A. Il Chievo è pronto a regalargli la maglia di centravanti e lui era intrigato perché Verona è a meno di cento chilometri da casa. Ma la spinta, casomai, dovrebbe essere la possibilità di lavorare con un allenatore preparato come Maran. Bologna, che però ieri ha chiuso l’accordo per il giovane Sadiq, sarebbe la soluzione ideale: un tecnico preparato come Donadoni e una piazza che ha rilanciato attaccanti che il viale del tramonto lo avevano già imboccato, da Baggio a Signori, passando per Di Vaio. I tifosi del Palermo lo hanno suggerito a Zamparini, la Lazio e il Nantes per adesso non affondano. Il Besiktas si è mosso, l’Ajax ha smentito di averlo fatto. E Di Francesco non lo ritiene adatto al Sassuolo. Allora tocca a Mino, che potrebbe chiedere un favore a Mourinho a cui ha appena servito Pogba su un piatto d’argento. Ma al Manchester United Mario sarebbe solo il quinto attaccante, che significherebbe ancora tanta panchina. L’ex Bad Boy ha bisogno di altro, magari di tornare in Italia, sentire il calore della sua famiglia, ripartire senza pensare ai soldi dell’ingaggio e a quello che è stato, cancellando la presunzione che lo ha rovinato. Il talento c’è sempre, deve esserci, nascosto da qualche parte. Basta avere la voglia di ritrovarlo. È la vera scommessa di Balotelli, che deve tornare bambino e ritrovare il piacere di correre dietro ad un pallone.