La Stampa, 30 luglio 2016
Caso Scazzi, ora il ministero indaga sui ritardi
Il ministro della Giustizia ha avviato accertamenti preliminari sul caso dei ritardi nella motivazione della sentenza per la morte di Sarah Scazzi dopo che l’avvocato Franco Coppi, difensore di Sabrina Misseri, ha denunciato su «La Stampa» il ritardo «mostruoso» nel deposito delle motivazioni della condanna di appello. Sarah Scazzi scomparve il 26 agosto del 2010, a ottobre finirono in carcere prima Michele Misseri, reo confesso, e poi la figlia tirata in ballo dal padre che ha dato dei fatti sette versioni diverse. Il il 27 luglio 2015 la Corte di assise di appello di Taranto confermò l’ergastolo per Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, ritenute autrici materiali del delitto, e quella ad otto anni di reclusione per Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, per soppressione di cadavere. Il professor Coppi ribadisce «che non ci possono essere giustificazioni possibili per questo ritardo». Dunque nemmeno il fatto che il giudice a latere della sentenza, incaricato di redigere le motivazioni sia stato impegnato con gli esami del concorso in magistratura. «Quando c’è do mezzo la libertà personale è questa la priorità», ricorda l’avvocato.
Certamente non sarà facile motivare due ergastoli in un processo dove sono emersi indizi contrastanti e nessuna prova. E dove il fulcro della tesi accusatoria è il sogno di un fioraio (che avrebbe visto Sabrina e la madre rincorrere Sarah) che non è stato ascoltato al processo. Nonostante il fioraio continui ad insistere che solo di sogno si tratta e che i suoi parenti finiti sotto processo per favoreggiamento (perchè sostenevano anche loro che di sogno si è trattato) siano stati assolti.
Pochi mesi ancora e saranno sei anni di carcere preventivo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano. In primavera sembrava che potessero ottenere un attenuamento della misura cautelare, ma il trasferimento in una struttura religiosa è stato negato dal tribunale di Taranto che le considera «pericolose» e quindi capaci di reiterare il reato nonostante siano state condannate per un omicidio di impeto. Intanto in carcere Sabrina ha iniziato a studiare (diploma di assistete socio-sanitario) e a lavorare. Mentre fuori il padre Michele Misseri continua a vivere nella casa di famiglia e a scrivere il suo memoriale dove insiste nel dire che è solo lui il colpevole.
L’avvocato di parte civile che assiste la mamma della piccola Sarah, Concetta, fa sapere che «la necessità di avere celermente le motivazioni è l’unico aspetto che condividiamo con la difesa delle due imputate. Speriamo che arrivino presto per poter chiudere questa dolorosa vicenda».