la Repubblica, 30 luglio 2016
Un cane, grosso peloso e inadatto alla vita in città, con l’arrivo dell’estate entra nel periodo più complicato dell’anno
Forse gli orsi polari nello zoo di Capetown, ma nessun altro animale patisce il caldo come un cane. Intendendo per cane un cane, non quelle creature da borsa che, al contrario, hanno sempre freddo e tremano. Un cane, grosso peloso e inadatto alla vita in città, con l’arrivo dell’estate entra nel periodo più complicato dell’anno. I marciapiedi si arroventano, e lui, che li percorre scalzo e per di più con quattro zampe, si dispera.
Vorrebbe evitare di scendere per fare pipì, ma purtroppo ha bevuto litri d’acqua per arginare l’arsura e non può farne a meno.
Cerca l’ombra, si ricorda quali sono i negozi con l’aria condizionata e ti costringe, per esempio, a comprare decine di confezioni di Moment per giustificare la tua continua presenza in farmacia. Appena trova una superficie fresca si spalma con la pancia a terra e le zampe stese. Di notte prova ogni posizione fino a bloccarsi quasi sempre con le zampe in aria. Il gatto ha lo stesso identico caldo ma sa che deve rimanere immobile.
Trova il punto più fresco della casa e ci resta per giorni, spostandosi solo al richiamo dello scrosciare dei croccantini. E soprattutto non vi guarda. Non vi fissa per ore perché gli spieghiate che cosa sta accadendo. Il gatto sa che questa è l’estate, e quello là in fondo è il destino e quella macchia che avete sul volto il ricordo di una precedente incarnazione…