Il Messaggero, 29 luglio 2016
Intanto Assad offre l’amnistia ai ribelli che consegnano le armi
Il presidente siriano Bashar al Assad ha concesso un’amnistia a tutti gli oppositori armati che si arrendono e consegnano le armi. Lo ha riferito ieri l’agenzia Sana controllata dal governo siriano che ha anche pubblicato il relativo decreto presidenziale relativo all’amnistia. Nel decreto si afferma che l’amnistia è concessa a chiunque abbia imbracciato le armi e che si arrendi e consegni le armi nell’arco dei prossimi tre mesi. L’amnistia concessa da Assad è in concomitanza con le manovre politico-militari russe e governative siriane per assicurarsi il pieno controllo di Aleppo est, la parte controllata da insorti, e ormai del tutto assediata dalle forze lealiste. I russi hanno annunciato ieri l’avvio di una campagna umanitaria attorno ad Aleppo che si dovrebbe sviluppare attorno all’apertura di tre diversi corridoi umanitari per i civili «ostaggio dei terroristi».
L’ATTIVISMO DI MOSCACome ha spiegato il ministro della Difesa di Mosca, Sergei Shoigu, citato dalle agenzie russe, si stanno aprendo tre corridoi umanitari «per aiutare i civili ostaggio dei terroristi», ma anche «i combattenti che desiderano abbandonare le armi». Un altro corridoio sarà aperto a nord, per far sì che i combattenti ribelli lascino Aleppo. Mentre a Ginevra delegati russi e americani sono in procinto di definire un accordo per «stabilizzare» la città divisa in due, con la parte est in mano agli insorti anti-regime e oggetto delle di iniziative umanitarie russe.
Lo stesso Shoigu, fornendo un bilancio delle ultime due settimane di guerra ha affermato che sono oltre 500 le persone uccise e circa 2.000 quelle rimaste in «otto attacchi terroristici contro le posizioni delle forze governative siriane con 21 attentatori suicidi che hanno usato tre mezzi militari e 12 auto bombe».
BOMBE A GRAPPOLODi contro l’organizzazione non governativa Human Right Watch (Hrw) punta il dito contro la Russia e le forze militari di Assad per l’utilizzo di bombe a grappolo. «L’operazione militare congiunta siro-russa in Siria – si legge in un rapporto pubblicato ieri – ha fatto ricorso in modo estensivo nelle sue ultime offensive di bombe a grappolo vietate a livello internazionale», Hwr documenta 47 attacchi con bombe a grappolo in tre province della Siria dal 27 maggio al 25 luglio, precisando che «il numero effettivo» di questo genere di attacchi «è molto probabilmente più alto». «Da quando la Russia e la Siria hanno rinnovato le loro operazioni aeree congiunte abbiamo assistito a un utilizzo implacabile di bombe a grappolo», ha accusato Ole Solvang, vice direttore delle emergenze per Human Rights Watch. «Il governo russo dovrebbe assicurare immediatamente che né le sue forze che quelle siriane usino queste armi intrinsecamente indiscriminate», ha aggiunto.
È di almeno 30 civili uccisi il bilancio provvisorio di raid aerei compiuti ieri della Coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti nel nord della Siria, nel distretto di Manbij in mano all’Isis. Fonti mediche hanno riferito all’agenzia Ansa che i raid hanno colpito il villaggio di Ghandur, nei pressi di Manbij, assediata da forze curdo-arabe filo-Usa ma ancora in mano allo Stato islamico.