Corriere della Sera, 27 luglio 2016
Perché Putin vuole che Trump vinca?
Non c’è solo la prima volta di una candidata donna alla presidenza degli Stati Uniti. O la prima volta di un palazzinaro conduttore di reality tv a rappresentare il glorioso partito repubblicano. In queste elezioni 2016 c’è anche, probabilmente, la prima volta che il Cremlino tenta di influenzare direttamente l’esito delle presidenziali in America.
Lo scandalo è noto: gli esperti di sicurezza elettronica sono convinti che gli 007 russi siano riusciti a intrufolarsi nei computer del partito democratico e abbiano girato a Wikileaks 20 mila email. I documenti, che mostrano come il Comitato nazionale del partito abbia ostacolato alle primarie il socialista Bernie Sanders a favore di Hillary Clinton, sono apparsi online alla vigilia della Convention: giusto in tempo per seminare discordia fra i democratici e infliggere un colpo alla campagna clintoniana. Se tutto questo è vero, si dimostra non solo la spregiudicatezza e l’aggressività di Vladimir Putin sulla scena internazionale, ma soprattutto la convinzione del leader russo che Mosca abbia tutto da guadagnarci dall’elezione alla presidenza di Donald Trump.
I motivi li ha resi espliciti lo stesso candidato repubblicano. Il primo obiettivo strategico della Russia è indebolire e in ultima analisi distruggere la Nato: e Trump ha definito obsoleta l’Alleanza atlantica. Putin sogna di ristabilire la sfera d’influenza sovietica: e Trump ha messo in dubbio la volontà di difendere le Repubbliche baltiche in caso di invasione russa. Ma c’è anche un lato più sordido della questione. Trump fa molti affari in Russia e ha perfino organizzato il suo concorso di Miss Universo a Mosca nel 2013. E il manager della sua campagna, Paul Manafort, aveva in precedenza lavorato per il presidente filorusso dell’Ucraina Viktor Yanukovich.
Se l’ex agente del Kgb Vladimir Putin sta davvero manipolando le presidenziali Usa dal Cremlino, sarebbe la più incredibile e fruttuosa operazione di intelligence della sua carriera.