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 2016  luglio 25 Lunedì calendario

L’eclissi della Diouf e del gruppo vincente del 2011

Estate 2011, Lima, 1° agosto. L’Italvolley femminile vince il Mondiale juniores – in finale battuto il Brasile – con il gruppo delle nate nel 1992-1993 con Valentina Diouf e Caterina Bosetti, mvp di quella manifestazione, che si fanno conoscere. Cinque anni dopo la diouf, dopo un Mondiale 2014 da protagonista, non sarà ai Giochi come Caterina Bosetti (che manca dall’azzurro dagli Europei 2015). E oltre a loro nessuna di quel gruppo è arrivata stabilmente nel gruppo della seniores. Perché? È un problema di crescita? Queste atlete si sono perse nell’ultimo quadriennio? Il risvolto della medaglia è che nel 2015, sempre a Lima, la nazionale pre-juniores femminile vince il Mondiale battendo gli Usa in finale e, di quel gruppo, due faranno parte della spedizione olimpica: Alessia Orro e Paola Egonu. Nel 2011 come l’anno scorso alla guida della selezione giovanile azzurra c’era Marco Mencarelli. «Fare un paragone tra quei due gruppi non è possibile – racconta Mencarelli, nella prossima stagione alla guida di Busto Arsizio per la seconda stagione di fila —. Il primo era juniores, il secondo pre-juniores. Ci sono due anni di differenza che nella crescita di un atleta pesano».
GIOCARE IN A Dal 2011 a oggi mancano però all’appello le giocatrici che dopo il titolo juniores avrebbero dovuto, se non a Londra dove c’era solo Caterina Bosetti, ambire a un posto a Rio. «Ci sono varie motivazioni. Ad esempio Caterina Bosetti, in questo quadriennio ha giocato nel complesso poco per la sua crescita. E poi guardiamo anche alle altre Nazioni. Quel Brasile che superammo in finale nel 2011 veniva da una striscia di 54 vittorie di fila e di quella squadra nessuna sarà a Rio». Inoltre quel gruppo del 2011 non aveva la possibilità di confrontarsi in campionati di serie A. «Di sicuro aiuta per la crescita di un giovane atleta il fatto di poter giocare in un campionato di A, che sia A-2 o A-1 – sottolinea Mencarelli —. Nel 2011 credo che questo non potesse succedere, il livello del campionato era più alto». E Valentina Diouf: «Non mi sembra si sia persa – afferma Mencarelli —. È stata nel gruppo azzurro fino all’ultimo in vista dei Giochi e non dimentichiamoci che due anni fa al Mondiale giocato in casa è stata una delle protagoniste. Comunque ci sta che un c.t. faccia le proprie scelte».
TROPPO PRESTO Per il c.t. Marco Bonitta «i successi del settore giovanile non sono il termometro per definire se un gruppo, una squadra, sono di alto livello». Il tecnico ravennate difende la bontà del Club Italia e le ultime scelte di portarlo in A-1: «È l’ultimo anello tra il settore giovanile e le squadre seniores». Bonitta, che con le giovanili azzurre al maschile ha all’attivo un bronzo mondiale juniores nel 2013 e un oro europeo nel 2012, individua un problema che ha toccato il gruppo campione del Mondo juniores nel 2011: «Molte di loro sono state lasciate andar via troppo presto dal Club Italia. Alcune di loro erano ancora impegnate con la scuola superiore. E forse non hanno completato il loro processo di consolidamento».
ESEMPIO VELASCO Per Bonitta c’è una stella polare da seguire: «L’esempio è il primo Club Italia, quello di Julio Velasco è l’esempio perfetto. Il gruppo del 78-79-80 si è fermato un anno, lavorando duro in palestra prima di spiccare il volo nei club di A. In quel gruppo c’erano Lo Bianco, Rinieri, Togut, Del Core, Centoni, Barazza. Tutte atlete che poi alla Nazionale hanno dato tanto».