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 2016  luglio 25 Lunedì calendario

Monaco, una strage preparata da un anno con un sedicenne afgano come complice

David Ali Sonboly stava meticolosamente preparando la strage di venerdì sera da un anno e aveva comprato la sua pistola sul darkweb, sull”internet parallelo” dove si diventa irrintracciabili, rifugio amato da spacciatori o pedofili. Inoltre, nella costruzione della pagina Facebook finta che aveva creato per attirare coetanei nel Mc-Donald’s, aveva avuto un complice. Un sedicenne afgano è stato arrestato ieri sera a Monaco. Secondo Bild i due si conoscevano dall’ospedale psichiatrico di Harlaching, dove erano stati internati. Continuavano ad essere in contatto attraverso i videogiochi in rete.
Dalle dichiarazioni degli inquirenti sono emerse molte novità su Sonboly che associano l’aggressore di Monaco sempre di più ad un altro stragista, Tim Kretschmer. Nel 2009, l’ex studente della scuola Albertville di Winnenden, nel Baden-Wuerrtenberg, era tornato nel suo liceo per massacrare 15 persone. L’anno scorso, Ali si è recato in pellegrinaggio nei luoghi di quella sparatoria, a 250 chilometri da casa, e li ha fotografati con un apparecchio digitale.
Dalle indagini è emerso anche che Sonboly aveva redatto una sorta di manifesto su cui i magistrati mantengono ancora il riserbo più assoluto, ma in cui secondo Robert Heimberger, capo della procura della Baviera, «aveva annotato tutto, riguardo alle sue intenzioni». La notizia più tragica, però, è che è stato suo padre Massoud a riconoscerlo venerdì sera nel video della sparatoria al McDonald’s che circolava in rete. E a recarsi subito al commissariato di Landshuter Allee, il più vicino a casa, per denunciarlo.
Nella notte, quando gli agenti hanno scoperto il cadavere di Ali, è stato sempre il padre ad identificarlo, come ha raccontato Thomas Steinkraus-Koch, capo della procura di Monaco. La famiglia, compreso il fratello quattordicenne di Ali, Daniel, non è ancora in grado di essere interrogata. La polizia ha anche dichiarato di aver garantito sin dalla notte della strage ai tre un rifugio protetto, ma qualcuno di loro è ancora in ospedale.
Molte le somiglianze tra Sonboly e Kretschmer. Non soltanto per la malattia che accomunava entrambi, la depressione, che li aveva costretti a prolungati periodi di permanenza in cliniche psichiatriche – gli inquirenti hanno rivelato ieri che Sonboly era stato due mesi in un’ospedale psichiatrico, l’anno scorso. Ma perché il diciottenne tedesco- iraniano, come Kretschmer, era vittima di bullismo ed ossessionato dal videogioco da “Counter-strike”. Era «molto attivo sulle piattaforme di questi giochi», come ha dichiarato ieri Heimberger. Infine, su entrambi sono circolate voci che avessero annunciato la strage giorni o mesi prima.
Quanto alla dinamica della sparatoria, la polizia ha specificato che cinque vittime sono state uccise nel McDonald’s, due appena fuori dal fast-food, una davanti al negozio di prodotti elettronici Saturn e uno al piano terra di Oez. Entrato nel centro commerciale, Ali sembra aver fatto, peraltro, una lunga pausa: ha percorso circa 60-70 metri, ha sottolineato Heimberger, senza uccidere più nessuno. Secondo la polizia, quando è salito poi sul tetto del parcheggio, potrebbe aver tentato di ricaricare la pistola: «Insieme ai bossoli abbiamo ritrovato proiettili, gli saranno caduti per la fretta».
Chiarezza è stata fatta ieri anche sulla fine di Sonboly: si è suicidato con un colpo alla tempia sinistra – era mancino – dopo che un poliziotto aveva tentato di sparargli mancando il bersaglio. La sua sparatoria ha tuttavia scatenato una tale psicosi a Monaco che tra le sei e mezzanotte sono arrivate tante chiamate d’emergenza quante ne arrivano normalmente in tre giorni: 4.320.