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 2016  luglio 23 Sabato calendario

In morte di Franca Faldini

Paolo Mereghetti per il Corriere della Sera
Franca Faldini, morta ieri all’età di 85 anni (era nata a Roma il 2 febbraio 1931), se ne è andata in silenzio, con la riservatezza che l’aveva sempre contraddistinta, assistita dal marito Nicolò Borghese.
Era stata attrice a Hollywood e poi a Cinecittà (un suo libro di memorie pubblicato da Baldini & Castoldi si intitolava Roma Hollywood Roma) poi la compagna di Totò per quindici anni, dal 1952 alla sua morte nel ’67, e infine si era reinventata come giornalista e scrittrice, sempre con quell’eleganza e quella discrezione che avevano contraddistinto tutta la sua vita, privata e professionale.
Cresciuta in Toscana per sfuggire alle persecuzioni razziali (il padre era ebreo e a lei fu impedito di frequentare le scuole), la Faldini colpì l’immaginario di Hal Willis, il produttore di Casablanca, grazie a un servizio apparso su Esquire : vedeva in lei un «exotic type» un po’ alla Dorothy Lamour e la mise sotto contratto con la Paramount, ma il suo maggior titolo di merito fu aver vinto la fascia di Miss Cheesecake, miss torta di formaggio, per l’esordiente più promettente.
Tornata in Italia per festeggiare i suoi ventuno anni, colpì l’immaginario di Totò grazie a un servizio su Oggi : i fiori e i biglietti galanti che le mandò furono i prodromi di una relazione che durò fino alla morte del principe.
All’inizio aveva anche interpretato piccoli ruoli nei suoi film (Totò e le donne, Dov’è la libertà?, L’uomo, la bestia e la virtù, Un turco napoletano, Miseria e nobiltà sono i più importanti) ma quando si convinse che «era meglio che il cinema guadagnasse una spettatrice appassionata e perdesse un’attrice cagna» si ritirò a vita privata, vicina al suo compagno durante i duri anni della perdita della vista e fino alla sua morte.
Dopo la scomparsa di Totò, che non sposò mai per «la troppa differenza d’età» (33 anni) e per cui subì attacchi da ambienti bigotti e reazionari (tanto che fu messa in giro la – falsa – notizia di un matrimonio riparatore in Svizzera), la Faldini intraprese la carriera giornalistica insieme a Goffredo Fofi.
Col giornalista e saggista scrisse alcuni libri di notevole importanza e valore: Totò, l’uomo e la maschera (Feltrinelli, 1977) e soprattutto L’avventurosa storia del cinema italiano (Feltrinelli 1981; poi Cineteca di Bologna, 2009), un monumentale viaggio nel cinema di casa nostra fatto collezionando solo le dichiarazioni dei suoi protagonisti, moltissime delle quali raccolte appositamente da Franca Faldini.

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Fabio Ferzetti per Il Messaggero
L’epigrafe più bella la pronunciò lei stessa in forma di battuta: «Ho fatto pochissimi film ma ho lavorato con tre dei più grandi comici del 900, Totò, Alberto Sordi e Jerry Lewis». Con il primo e forse il più grande dei tre, Totò naturalmente, divise anche 15 anni d’amore, malgrado la differenza d’età, dando vita a una delle coppie più solide e insolite del cinema italiano. Tanto che perfino oggi che se n’è andata, a 85 anni, nella sua casa romana, tutti la ricordano come «la moglie di Totò».
Eppure Franca Faldini, nata a Roma il 10 febbraio 1931 in una famiglia borghese di radice ebraica, è stata una donna unica. Un concentrato di intelligenza, bellezza e - dote perfino più rara - discrezione, che avrebbe sfruttato i suoi doni con eleganza e curiosità fuori dal comune. Come tutto il suo percorso artistico ed esistenziale del resto, lontanissimo da quello di qualsiasi altra attrice anni 50.
Riparata in Toscana ancora adolescente per sfuggire alle leggi razziali fasciste, nel dopoguerra viene spedita dai genitori presso alcuni parenti in California per aiutarla a uscire da una delusione amorosa. Qui viene notata dalla Paramount che pensa di farne la nuova Dorothy Lamour visto il suo fascino esotico. Il lancio non va oltre la conquista di un titolo su cui la Faldini avrebbe scherzato a lungo (Miss Cheesecake, figuriamoci) e una piccola parte in Attente ai marinai!, un film con Jerry Lewis, che detestò (nel film però lo baciava), e con Dean Martin, con cui invece fece amicizia.
Di amicizie importanti comunque in America ne colleziona molte, da Marilyn Monroe a Gary Cooper, da Errol Flynn a Orson Welles, che frequenterà a lungo negli anni romani, consolandolo anche delle sue disavventure amorose con Lea Padovani, come ricorda Goffredo Fofi, altro incontro decisivo che anni dopo introdurrà la Faldini alla terza parte della sua vita. Ma per ora Franca è giovane, bellissima, e quando torna da Hollywood è in copertina su tutti i settimanali. Così viene notata dal principe de Curtis, allora ultra 50enne, che inizia una corte presto vittoriosa, anche se sprattuto sul fronte privato. Insieme infatti Franca Faldini e Totò girano solo un pugno di film, tra cui Dov’è la libertà? di Rossellini, di cui andava molto fiera, Miseria e nobiltà di Mattoli, Totò e le donne di Steno e Monicelli. In compenso la loro unione dura fino al 67, anno in cui muore Totò. Insieme i due superano le maldicenze (avevano 33 anni di differenza e non potevano sposarsi), le malinconie del principe, perfino il lutto per un bambino che nel 1954 non sopravvive al parto, Massenzio, e mette in pericolo sua madre.
Ma è proprio come «compagna fedelissima» di Totò che la Faldini anni dopo incontra Goffredo Fofi, autore di un libro che esalta il comico napoletano, dando vita a un curioso sodalizio. Insieme l’intellettuale e l’ex-attrice, che è colta, sa le lingue, è anche traduttrice e giornalista, scrivono un libro destinato a fare epoca, Totò, l’uomo e la maschera, poi L’avventurosa storia del cinema italiano, monumentale (e geniale) collage di interviste che riscrive 50 anni di storia del cinema attraverso la voce di piccoli e grandi protagonisti (ora ristampato dalla Cineteca di Bologna).
Da sola la Faldini scriverà altri libri, tra cui il toccante Insieme nel buio, sugli anni delle persecuzioni razziali. Ma nel 98, quando ormai non ci pensava più, si prenderà anche una rivincita da attrice interpretando la moglie di Alberto Sordi nel suo ultimo film da regista, Incontri proibiti, e conquistando la critica che a Venezia parla quasi solo di lei.