Corriere della Sera, 23 luglio 2016
Il Papa consiglia alle suore di clausura di usare Facebook con prudenza
I tempi cambiano, non è più strano che le monache di clausura aprano profili su Facebook o Twitter e certo «nella nostra società la cultura digitale influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone», osserva Francesco, «e questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative». Però il Papa avverte: «Questi mezzi possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione, ma vi esorto a un prudente discernimento affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, né danno per la vostra vocazione, né ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione».
La Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere sulla «vita contemplativa femminile», pubblicata ieri, arriva 66 anni dopo quella di Pio XII. Da allora c’è stato «un rapido progresso della storia umana», scrive il Papa, e «con essa è opportuno intessere un dialogo che però salvaguardi i valori fondamentali su cui è fondata la vita contemplativa, la quale, attraverso le sue istanze di silenzio, ascolto, richiamo all’interiorità, stabilità, può e deve costituire una sfida per la mentalità di oggi».
Il testo affronta le questioni del presente, a cominciare dal calo di vocazioni. Francesco non usa perifrasi: «Nonostante la costituzione di comunità internazionali e multiculturali manifesti l’universalità del carisma, si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero». Già nel 2014 Bergoglio denunciò la «tratta delle novizie» e il rischio di «reclutare» ragazze da Paesi poveri come rimedio ai conventi semivuoti. Parlò di «congregazioni che fanno l’esperimento della inseminazione artificiale».
Il calo è costante. Le monache di clausura nel mondo sono circa 44 mila tra professe «solenni», «temporali» e novizie, 24 mila in Europa. Dal 2000 le «solenni» sono scese da 48.834 a 38.763, le «temporali» da 3.819 a 2.817, le novizie da 2.426 a 1.758. I monasteri sono quattromila, più della metà europei, in particolare in Spagna (850), Italia (523) e Francia (257). Si va dalla famiglia francescana (13.066 monache nel mondo) alle battistine, rimaste in tredici. I monasteri, tuttavia, non devono «lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e della efficienza» ma valutare con «grande attenzione» le vocazioni: «Accompagnamento personalizzato delle candidate» e una lunga formazione, «non inferiore a nove anni né superiore a dodici». Il testo è stato preparato consultando le interessate: «Le monache non sono minorenni, è il momento di credere alla loro responsabilità», spiega monsignor José Rodriguez Carballo.
Autonomia ma anche collaborazione tra monasteri, «federazioni» secondo «l’affinità di spirito e tradizioni», senza paura di valutare chiusure. Soprattutto preghiera, lavoro (per un «sostentamento dignitoso» ma anche per aiutare «i poveri e i monasteri bisognosi»), silenzio, ascesi. Francesco richiama all’attualità della clausura: «La Chiesa ha bisogno di voi! Non è facile che questo mondo, per lo meno quella larga parte di esso che obbedisce a logiche di potere, economiche e consumistiche, comprenda la vostra speciale vocazione e la vostra missione nascosta, eppure ne ha immensamente bisogno. Come il marinaio in alto mare ha bisogno del faro che indichi la rotta per giungere al porto, così il mondo ha bisogno di voi. Siate fari, per i vicini e soprattutto per i lontani».