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 2016  luglio 23 Sabato calendario

Paola Taverna parla un po’ troppo

«La Raggi? Prima cade e meglio è». La frase, pesante come una pietra tombale, sarebbe stata pronunciata da Paola Taverna. Secondo l’Unità, la senatrice del Movimento 5 Stelle l’avrebbe detta durante un colloquio alla buvette di Palazzo Madama, che viene descritto come scherzoso e animato, con alcuni senatori leghisti, tra i quali il capogruppo Gian Marco Centinaio. La smentita della Taverna è furente. La senatrice non fa comunicati pubblici, ma alza il telefono e fa diverse chiamate. Minaccia: «Querelo tutti, non vi azzardate a scrivere questa cosa, che è falsa». Chiama anche Centinaio, chiedendogli se è lui la fonte e invitandolo a smentire. Il capogruppo, che nega di essere l’autore della soffiata, non rilascia nessuna dichiarazione ufficiale, né di smentita né di conferma. Ma tra i leghisti presenti in buvette arriva una conferma delle parole, pur mitigate dal tono «scherzoso», da battuta. Centinaio avrebbe provocato la senatrice su parentopoli: «Mi sembra che teniate famiglia pure voi». Risposta della Taverna: «Lascia fare. E poi tanto, Virginia prima cade e meglio è». Controreplica del leghista, allettato dalla battuta: «Perché dici questo?». E lei: «Vedrai che casini verranno fuori». La Taverna è nel mini direttorio che dovrebbe aiutare (e controllare) il sindaco Raggi. Organismo che ha già fatto parlare di sé, per non poche liti e divergenze di opinioni, che hanno riguardato innanzitutto Roberta Lombardi. Ma i dissapori, a cominciare dalla nomina poi revocata a capo di gabinetto di Daniele Frongia, avrebbero coinvolto anche la Taverna. Decisamente poco in sintonia con il neosindaco su diverse scelte.
Che la Taverna, ruspante e schietta, sia soggetta a qualche uscita fuori dalle righe è noto. Prima delle elezioni disse a Radio Cusano: «A Roma potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento e farci fare brutta figura». Alla stessa radio, lei reduce da un cammino neocatecumenale decennale, disse che «l’azione rivoluzionaria di Gesù Cristo è vicina alla nostra». Durante un comizio sbottò: «A Silvio je sputo in testa». A Tor Sapienza, respinta dai residenti che dicevano di non volere politici, rispose candidamente: «Ma io non sono un esponente politico». Poetessa, invece, lo è di sicuro. Tra i suoi versi più celebri, ci sono questi, dedicati ai politici: «Le bucie c’hanno le gambe corte / se dice a Roma e forse nell’Italia intera / la verità è qui dietro le porte / le uniche per voi aperte… quelle della patria galera».