Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 23 Sabato calendario

I controllori di volo italiani scioperano una volta ogni 13 giorni

L’Italia non è la Francia. Da mesi il nostro vicino sta battendo ogni record sugli scioperi dei controllori di volo. Toccando, quest’anno, i dodici giorni di braccia incrociate in tredici settimane a cavallo tra la primavera e l’estate. Dal 2009 fanno 51 giorni di astensione dalla postazione.
Ma gli addetti ai lavori spiegano che le prossime settimane – sul fronte dei cieli europei – rischiano di diventare davvero calde non solo per i francesi. Da maggio è partita un’ondata di proteste degli addetti al traffico aeroportuale in tutta Europa. Almeno una decina gli scioperi previsti nel Vecchio Continente entro la metà di agosto. A cui si aggiungono le vertenze aperte, pure in Italia, dal personale delle compagnie aeree.
«I passeggeri saranno costretti ad affrontare una stagione di caos e vacanze rovinate», spiega Thomas Reynaert, direttore generale di Airlines for Europe (A4E), l’associazione che riunisce i principali vettori europei tradizionali (come Air France-Klm, Lufthansa, British Airways) e low cost (da Ryanair a easyJet fino a Norwegian) e che muove oltre 500 milioni di persone all’anno.
Non solo disagi per i passeggeri, però. Una voce importante ce l’hanno le conseguenze economiche. Un dossier di PricewaterhouseCoopers (PwC), commissionato da A4E, calcola che nel periodo 2010-2015 gli scioperi dei controllori di volo hanno causato un danno economico di 9,5 miliardi di euro al Prodotto interno lordo dei Paesi Ue e la perdita di 131 mila posti di lavoro. Dal 2010 al 2015 sono stati certificati 167 giorni di sciopero soltanto del controllo del traffico aereo all’interno Ue, dice un documento di Eurocontrol, l’organizzazione che si occupa di gestire il volo dei jet sull’Europa e le zone limitrofe. Uno ogni tredici giorni. Ed è anche un dato parziale, sottolinea Airlines for Europe, «dal momento che i giorni di disagi sono 213: bisogna tenere conto dei giorni precedenti e quelli seguenti allo stop visto che si sono dovuti cancellare voli per rispondere alle agitazioni e gli effetti sono proseguiti anche dopo».
Ma la contestazione sindacale è una parte del «problema» nell’aviazione europea. La decisione del Regno Unito di lasciare la Ue e l’impatto del terrorismo allontanano i visitatori di altri continenti. Va ancora bene, stando ai dati preliminari, il turismo intra-Ue. Che gode sì di un numero di voli in aumento rispetto all’estate 2015 ma, ed ecco il terzo problema, i collegamenti aggiuntivi sono previsti da alcune compagnie senza comprare o noleggiare altri aeromobili. Così se un volo ritarda le conseguenze ricadono anche sui viaggi successivi operati dallo stesso jet.
A tutto questo si aggiungono altri due fattori critici. Le ondate di maltempo, sempre più frequenti e improvvise, che bloccano i cieli europei. E la carenza di piloti che costringe diversi vettori a cancellare i voli.