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 2016  luglio 01 Venerdì calendario

Noi e i tedeschi, così simili. La partita di domani sarà il derby d’Europa

I tedeschi sono sempre stati simili a noi e viceversa. Tra Lubecca e Catania ci sono 3000 chilometri ma siamo stati per mille anni una sola terra. Avevamo lo stesso imperatore e lo stesso Papa, gli stessi commerci. I soldi loro dipendevano dai nostri e viceversa. Siamo diventati una nazione nello stesso momento e spinti da una stessa grande forza regionale, la Prussia e il Piemonte. Perfino su Lutero, secondo Papa Francesco abbiamo idee in comune. E molti tedeschi sono di capelli scuri come i calabresi, non per niente Hitler selezionava. Il calcio è una sintesi del popolo che lo esprime. Essendo tedeschi e italiani profondamente cugini, hanno sempre concepito il calcio in modo simile. Grande attenzione geometrica, noi più difensivi, loro variamente offensivi, ma entrambi attenti alla partita. Nessuna indisciplina, poche varianti. La Germania è diventata una potenza del calcio quando non è stata più una potenza del mondo. Ha vinto il suo primo titolo mondiale nel ’54, quando Berlino era ancora divisa fra 4 nazioni, ma si sentiva l’aria di rivincita. È stato il senso di colpa a spingere la Germania verso un nazionalismo del calcio. Questo vuol dire sacrificare il divertimento, a vantaggio della pratica, cioè il senso italiano del calcio. A modo nostro anche noi abbiamo fatto come loro. Che calcio doveva giocare un Paese che aveva perso due volte la guerra e usciva da una lunga battaglia civile, se non il catenaccio, la guerra che prende alle spalle? Siamo sempre stati entrambi molto motivati e ubbidienti, romantici nel senso classico del termine. Per questo abbiamo dominato il gioco più caro al mondo, perché abbiamo sentito per primi che era una via di fuga, di libertà. C’è una cifra che dà un’idea quasi inquietante di questa disciplina istintiva: tra Mondiali e Europei la Germania ha vinto 42 partite ad eliminazione diretta, l’Italia 26. Insieme hanno fatto la metà di tutti gli altri. L’Inghilterra soltanto 9, la Spagna 16, la Francia 18. In sostanza, mentre gli altri vivevano, noi giocavamo a calcio con lo stesso sentimento: riemergere, tornare. Per questo siamo quasi uguali, per questo domani sarà un derby che non risente di nessuna Brexit. Il vero derby d’Europa.