Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 01 Venerdì calendario

In Forza Italia sono tornati al comando i fedelissimi di Fininvest. Sembra il ’94

La salute di Silvio Berlusconi non ha prezzo. Forza Italia e i titoli Mediaset, invece, sì. E per difendere il cuore di papà, la sua eredità politica ma pure beni e aziende di famiglia, Marina Berlusconi e il vero cerchio magico dell’ex-Cav. – quello del Biscione – hanno rotto gli indugi: Forza Italia ritorna alle origini. Fuori gli estranei che negli ultimi mesi hanno tirato troppo la corda strapazzando le coronarie del patriarca (la prima testa a cadere è stata quella della tesoriera- zarina Mariarosaria Rossi). Dentro, come nel glorioso ’94, i fedelissimi uomini-azienda della Fininvest.
Tempo da perdere non ce n’è: il centrodestra è a pezzi, il patto del Nazareno è saltato, la marea grillina cresce. «Quando il gioco si fa duro – dice il tam-tam da Villa San Martino – i duri devono tornare a giocare». E il politburo- ombra di Forza Italia (Fi) – nato nei corridoi del San Raffaele e formato da Marina, Fedele Confalonieri, Gianni Letta e Niccolò Ghedini – ha dettato la linea («aiutare Renzi», l’ordine del presidente Mediaset) e messo in campo i generali più fidati: Alfredo Messina, senatore ma soprattutto uomo-Fininvest dal 1989, ha preso il posto di Rossi. Valentino Valentini, master in Publitalia e storico consigliere per gli esteri dell’ex-premier, è diventato ieri capo della sua segreteria, commissariando in sostanza Deborah Bergamini. E il travaso tra via Paleocapa e Palazzo Grazioli potrebbe continuare nelle prossime settimane con un obiettivo chiaro: ricordare a un partito nel caos che le redini sono ancora saldamente in mano a casa Berlusconi. E riprendere il pallino di un’avventura che – come lamenta spesso Silvio – «è costata al patrimonio di famiglia 119 milioni», il tesoretto bruciato finora per ripianare i debiti di Fi.
I soldi, in fondo sono tutto. Lo erano nel ’93, quando Berlusconi ha lanciato con Marcello Dell’Utri e le prime linee del Biscione l’Operazione Botticelli: il piano segreto per trasformare un pezzo di Fininvest in un partito- azienda in grado di vincere le elezioni (missione compiuta pochi mesi dopo) e salvare dai debiti le tv di Cologno. Oggi sono cambiati i nemici ma i problemi sono gli stessi: i network di famiglia arrancano, Fininvest è costretta a mettere mano alle riserve degli anni d’oro per girare dividendi ad Arcore, i 5Stelle «vogliono mettere limiti incredibili alle nostre televisioni» (copyright di Confalonieri), le fibrillazioni del centrodestra – oltre a quelle di Silvio – rendono il futuro incerto. E Marina, cui il carattere non manca, ha deciso di prendere il toro per le corna.
«È il ritorno al futuro», festeggia un fedelissimo come Paolo Romani. «No, è la Fininvestizzazione di Forza Italia» protestano in camera caritatis gli sfrattati dal cerchio magico. Comunque sia, il ribaltone della presidente del Biscione, dal suo punto di vista, è partita con il piede giusto. Nessuno sa se il “repulisti” a Palazzo Grazioli basterà a ricompattare su una linea unica (il Nazareno- Bis buttato lì da Confalonieri) Ncd, Lega e Fratelli d’Italia. Di sicuro però la malattia di papà e la necessità di tendere un cordone sanitario attorno a convalescenza e affari di casa hanno riavvicinato le due anime un po’ litigiose della dinastia di Arcore. Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Pierluigi hanno staccato un assegno di 100mila euro a testa per puntellare i conti di Forza Italia. Lo stesso hanno fatto altri “pretoriani” del Biscione come Fedele Confalonieri e Bruno Ermolli. “Quando la situazione è difficile bisogna scegliere bene gli uomini da cui farsi accompagnare” aveva confidato nel ’93 l’ex-Cav. a Bettino Craxi annunciandogli il lancio del partito-azienda. E il clan del Biscione, serrate le fila, ha risposto “presente”.
I tempi, naturalmente, sono cambiati. Marcello Dell’Utri non può più essere della partita per cause di forza maggiore (la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa). I giudici hanno messo fuori gioco Cesare Previti. Gli affari di cuore, leggi la relazione con il “teste Omega” Stefania Ariosto, hanno condannato all’ostracismo Vittorio Dotti. Il ruolo della new entry Francesca Pascale – malgrado le lacrime alla finestra del San Raffaele – è ancora da definire. La vecchia guardia però – malgrado le frenate di Confalonieri («non c’è nessun triumvirato») – ha ripreso in mano il timone di Forza Italia. Si parla di un arrivo di Pasquale Cannatelli, vicepresidente Fininvest. In preallarme sarebbero pure Niccolò Querci, direttore centrale Mediaset e uno degli “eroi del ’94”. «Berlusconi lo vedo coach, alla Antonio Conte», distribuisce i ruoli l’amico “Fidel”. Manca Marina candidato premier, poi la resurrezione del partito-azienda sarebbe davvero completa.