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 2016  giugno 29 Mercoledì calendario

Le false leggende sulla burocrazia di Bruxelles

Gli italiani continuano a lamentarsi della nostra burocrazia; ma che dire di quella dell’Unione Europea? I lavori, sia della Commissione sia del Parlamento, procedono con una lentezza esasperante, quasi ottocentesca. Eppure sul sito dell’Ue si legge: «Circa 33.000 persone lavorano per la Commissione europea. Al Parlamento europeo lavorano 7.652 persone (...). A questi si aggiungono i parlamentari e i loro collaboratori». Che cosa fanno tutti questi dipendenti per… passare il tempo?
Federica Anselmi Milano 
Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, potrebbero verificarsi interventi che miglioreranno l’attuale e tanto criticata Unione. Mi sembra che i governanti ne siano consci: l’Ue è cresciuta con troppa burocrazia e i costi eccessivi sono da abbattere. La prima decisione dovrebbe essere quella di scegliere la capitale: Bruxelles o Strasburgo! Io opterei per Strasburgo.
Pierluigi Ziliotto
pierluigi.ziliotto@gmail.com
Cari lettori,
Ho scelto le vostre lettere, fra molte altre, perché riassumono bene quella che mi è sempre parsa una delle più tenaci leggende europee. Alla domanda di Federica Anselmi (che cosa fanno questi burocrati per passare il tempo?) rispondo che una delle principali occupazioni della burocrazia di Bruxelles, dopo la firma del Trattato di Maastricht nel 1992, è la stata la creazione del mercato unico. L’abolizione del protezionismo tariffario è stata, tutto sommato, relativamente semplice. Bastava ingiungere ai governi di eliminare, quando ancora esistevano, le norme che prevedevano tariffe doganali per le merci provenienti da un altro membro dell’Unione Europea. Fu molto più complicato, invece, eliminare il protezionismo non tariffario, vale a dire tutte le norme che frapponevano ostacoli all’importazione di un prodotto imponendo regole di fabbricazione dietro le quali si nascondeva spesso il desiderio di tenere il concorrente fuori del mercato nazionale. Questa attività ha avuto per effetto l’adozione di caratteristiche comuni per ogni prodotto; e i primi a desiderarla furono naturalmente gli industriali e i Paesi esportatori. Vi sono stati incidenti di percorso e qualche episodio caricaturale (la curvatura delle banane, la circonferenza dei cetrioli), ma se quel lavoro non fosse stato fatto, il mercato unico non esisterebbe.
Aggiungo, cari lettori, che l’uso di questi episodi per screditare l’Unione Europea è stata per parecchi anni una delle occupazioni preferite della stampa britannica e, in particolare, di Boris Johnson quando era corrispondente a Bruxelles di un quotidiano inglese.
Ancora una osservazione, caro Ziliotto, sulla utilità di una capitale unificata. Il trasferimento della Commissione a Strasburgo punirebbe il Belgio, un Paese che ha fatto molto per rendere Bruxelles europea, e farebbe della Francia la sede di tutte le maggiori istituzioni dell’Ue: una prospettiva che a molti Paesi non piacerebbe. Lo spostamento del Parlamento a Bruxelles invece si scontrerebbe con l’opposizione del governo francese e, soprattutto, non terrebbe conto del valore simbolico di Strasburgo per l’unità dell’Europa: questa antica città, attraversata dal Reno e da un suo affluente, contesa per più di settant’anni dalle due maggiori potenze dell’Europa centrale, è un simbolo dello spirito europeo e della sua capacità di liberarsi dal peso del proprio passato peggiore.
PS. I 33.000 impiegati della Commissione di Bruxelles sarebbero molto meno dei 50.850 che lavorerebbero per il Comune di Parigi.