Corriere della Sera, 27 giugno 2016
Borseggiatori alla pubblica gogna. Succede a Venezia
«Ne ho appena beccati due, li avevo inseguiti un’ora prima ma mi erano sfuggiti, poi sono tornati come se niente fosse e li ho presi». Altri due, questi romeni, ragazzini, borseggiatori. Avevano sfilato il portafoglio con 750 euro a un turista spagnolo e il pittore Franco Dei Rossi, acquerellista ambulante di Piazza San Marco, ha fatto come nel Vecchio West: li ha catturati e consegnati ai carabinieri. Il tutto vicino al ponte dei Sospiri, proprio dove sabato scorso è andata in scena l’ennesima manifestazione di protesta contro alcuni mali di Venezia: degrado urbano, abusivismo commerciale e, appunto, micro-criminalità. Protesta che ha avuto una variante inedita e sorprendente: i manifestanti, una decina, hanno affisso le foto dei borseggiatori esponendole alla folla dei turisti e ai flash dei fotografi. Un azzardo sul filo della legge perché c’è di mezzo la diffamazione e la privacy. «E la pubblica gogna era della Serenissima repubblica, non di questa», insorgono da sinistra. Bisogna dire che i manifestanti, cioè l’artista Franco, l’impiegato Actv Lorenzo e altri fra studenti e pensionati, hanno avuto la delicatezza di coprire gli occhi dei «ricercati». Con loro si schiera il sindaco Luigi Brugnaro: «Hanno fatto bene e li ringrazio, mi spiace solo che si debba arrivare a questo per tamponare un problema che affligge Venezia. Purtroppo la legge non ci consente di fare nulla, perché anche quando li prendi vengono subito liberati». Meno plaudente il sociologo ed ex assessore Gianfranco Bettin: «Capisco l’esasperazione di questa gente ma se tutti facessero così ci sarebbero anche le foto degli evasori fiscali, dei pedofili, dei disturbatori... Prendiamola come una provocazione». Il pittore ama Venezia, dice. «È da 25 anni che la difendo, di portafogli ne abbiamo recuperati circa 1.500 e non abbiamo mai voluto un euro. Lo facciamo per la città e i turisti, che ho visto spesso piangere». Ha un centinaio di foto nel suo album. «So-no giovani nomadi, spesso col pancione o con i bimbi nei marsupi che fanno da scudo. Partono da Milano o Roma e stanno in albergo anche una settimana». Sabato Lorenzo ne ha fermata una in vaporetto. «Urlava di lasciarla stare, perché era incinta. Poi si è buttata in acqua nel Canal Grande».