Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 26 Domenica calendario

Che cosa sappiamo di Giuseppe Pellicanò, l’uomo accusato di aver aperto il gas

Un’ossessione cresciuta negli ultimi quindici giorni. Da quando Giuseppe Pellicanò aveva scoperto che sua moglie sarebbe andata a convivere con il nuovo compagno. Aveva letto le mail, aveva «pedinato» Salvo e aveva scoperto che da lì a pochi giorni Micaela si sarebbe trasferita nella sua nuova casa, con lui e con le bambine di 11 e 7 anni.
L’irreprensibile pubblicitario, 51 anni il prossimo 12 luglio, era diventato sospettoso, aveva capito che il tentativo di vivere sotto lo stesso tetto per quasi due anni nonostante di fatto che Micaela fosse ormai la sua ex moglie, era definitivamente naufragato. Malgrado l’aiuto di un «mediatore familiare» e nonostante lui avesse deciso di curare quella depressione che aveva lentamente spento forze ed entusiasmo.
Giuseppe Pellicanò, originario di Reggio Calabria, è ancora ricoverato a Niguarda. Lo stesso ospedale dove si trovano le due figlie. Micaela Maselli, 43 anni, responsabile della scuola di danza del Teatro Carcano, sarà sepolta martedì pomeriggio, a più di due settimane dall’esplosione che alle 8.57 di domenica 12 giugno ha ucciso lei e i due fidanzatini Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa.
Per la Procura a innescare quello scoppio sarebbe stato proprio Giuseppe Pellicanò. Gli investigatori hanno trovato il tubo flessibile della cucina staccato. Il gas ha invaso l’appartamento tra via Portoferraio e via Brioschi durante tutta la nottata. I pompieri hanno trovato anche la pinza usata per svitare l’impianto. Quattro giorni prima dell’esplosione, quando il capofamiglia era solo in casa, i contatori hanno segnalato un picco nel consumo di gas: una prova generale della strage o forse un primo tentativo.
Pellicanò, indagato per strage, è l’unico dei feriti a non essere ancora stato interrogato. Ufficialmente, dicono i magistrati, perché le sue condizioni non lo consentono. In realtà gli inquirenti attendono i primi esiti delle perizie. Lui per ora non dice una parola. Chi lo ha potuto incontrare racconta di un uomo sconvolto e provato. Chi lo conosce da sempre, invece, lo descrive come una persona «mite» e incapace di un gesto simile. La polizia ha interrogato a lungo il medico che lo aveva in cura. Ha ricostruito la personalità di quest’uomo che viveva solo per la moglie e le bambine, una delle quali soffre di autismo. «Non gli ha mai fatto mancare niente. Nel suo passato non ci sono episodi di violenza».
Negli ultimi tempi, proprio in corrispondenza con la nuova relazione della moglie, Giuseppe era cambiato: «Pianificava tutto in modo maniacale, era ossessionato dall’idea di non essere un buon padre». Racconta Salvo, il nuovo compagno: «Io e Micaela ci siamo conosciuti al teatro Carcano, io lavoro come direttore delle luci. Due anni fa è iniziata la nostra relazione. Era la donna della mia vita». Quando i poliziotti sono entrati nel palazzo e hanno estratto il corpo di Giuseppe dalle macerie lui ha chiesto di salvare le due figlie. Poi è svenuto.