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 2016  giugno 24 Venerdì calendario

Europei, un affare da due miliardi

Domani a Saint-Etienne, Svizzera-Polonia aprirà la seconda fase del torneo continentale, con i match a eliminazione diretta che decreteranno il prossimo 10 luglio la Nazionale Campione d’Europa.
Intanto, Euro 2016 ha già fatto registrare alcuni record nonostante una travagliata gestione dell’ordine pubblico. La Uefa, che pure vive uno dei momenti più complicati della sua storia a livello istituzionale, dopo la tumultuosa uscita di scena del presidente Michel Platini, è vicina a centrare i suoi obiettivi economici e punta a incassare intorno ai due miliardi.
A tanto dovrebbe ammontare, infatti, il giro d’affari diretto della manifestazione allargata per la prima volta da 16 a 24 nazionali. Da sponsor e partner commerciali dovrebbero arrivare circa 500 milioni, dall’area ticketing e hospitality degli stadi (quasi sempre pieni) altri 500 milioni, mentre i diritti televisivi, la cui vendita è stata centralizzata in seno alla stessa Uefa a partire proprio dall’edizione francese, garantiranno introiti per circa un miliardo. Le 51 partite dell’Europeo sono state acquisite da oltre 100 emittenti che le trasmetteranno in 205 paesi. La Uefa ha stimato in 150 milioni gli spettatori che guarderanno in media ogni gara (Euro 2012 ebbe otto miliardi di spettatori complessivi).
Nella precedente edizione disputata nel 2012 tra Polonia e Ucraina, gli incassi totali dell’event0 erano stati pari a 1,4 miliardi (240 milioni dalla biglietteria, 320 da sponsorizzazioni e settore commerciale e 850 milioni dai diritti media/tv).
Più difficile è il calcolo dell’indotto degli Europei. In Francia, per assistere alle partite sono attesi complessivamente 2,5 milioni di tifosi di cui 1,5 stranieri. Secondo uno studio del Centro per il Diritto e l’Economia dello Sport di Limonges sarà attribuibile a questi ultimi la maggior parte delle spese extra generate dell’Europeo, per un importo di quasi 800 milioni su un impatto economico totale di oltre 1,2 miliardi di euro.
Effetti positivi che saranno assorbiti però dalle spese sostenute dalla Francia per l’organizzazione, per il dispiegamento dell’imponente apparato di sicurezza, messo a dura prova dalle violenze degli hooligans di varia estrazione e dal rischio terrorismo, e per i danni arrecati alle città transalpine negli scontri tra tifoserie.
Una quota degli introiti generati da Euro 2016 sarà poi versata alle Federazioni nazionali. Si tratta di un importo di 301 milioni. Per farsi un’idea del valore raggiunto dalla competizione europea basti considerare che la Coppa America del Centenario che si sta svolgendo in queste settimane negli Stati Uniti eroga premi alle 16 nazionali partecipanti di appena 21,5 milioni di dollari.
Dopo la prima fase la Francia padrone di casa ha già incassato 12 milioni (8 per la partecipazione al girone assegnati a tutte le 24 squadre, 2 milioni per le vittorie e 0,5 milioni per i pareggi, più 1,5 milioni per il passaggio agli ottavi), così come la Germania, la Croazia, la Polonia e il Galles, mentre la Svizzera e l’Inghilterra hanno accumulalto 11,5 milioni. L’Italia di Antonio Conte sarebbe potuta essere l’unica squadra a punteggio pieno, ma, avendo perso con l’Irlanda, ha anch’essa incamerato 11,5 milioni di euro.
D’ora in avanti saranno distribuiti assegni pari a due milioni per l’approdo ai quarti di finale, tre milioni per le semifinali, 4,5 milioni se si raggiunge la finale e 7,5 milioni per la vittoria. Complessivamente la futura squadra campione d’Europa porterà a casa poco meno di 27 milioni.
A cascata le Federazioni riconosceranno premi in denaro ai giocatori. Per i 23 azzurri sono previsti assegni pari a 5,9 milioni in caso di vittoria, cinque milioni in caso di accesso in finale, 3,9 milioni per la semifinale e 2,9 milioni per l’approdo ai quarti (una quota sarà devoluta a fini di solidarietà). Nel contratto del ct Conte, peraltro, è contemplato un bonus ad hoc di 500mila euro in caso di conquista della finale.
Della performance della Nazionale italiana sarà soddisfatto anche lo sponsor tecnico Puma. A maggior ragione dopo l’appello di Conte ai supporter di indossare la maglia azzurra come è ormai costume per i sostenitori delle altre squadre. Invito che spingerà la vendita di kit e il fatturato dell’azienda tedesca che ha pagato in queste due stagioni una fetta rilevante dell’emolumento del tecnico ex Juventus in attesa di sedersi sulla panchina del Chelsea nella prossima stagione. Il rapporto Puma-Figc sta funzionando bene. Un dato interessante dell’attività di merchandising concerne il fatto che la maggior parte delle vendite di prodotti della Nazionale viene effettuato all’estero (il 22% negli Usa contro il 18% localizzato in Italia).
In tempo di tagli ai finanziamenti pubblici del Coni, l’incremento delle voci di entrata autonoma della Federazione tra diritti tv (35 milioni nel 2015 secondo i dati di ReportCalcio 2016) e sponsor è, del resto, sempre più cruciale.
La Figc sta recuperando terreno anche se resta lontana dagli introiti di un’altra big di questo Europeo come la Germania. La Nazionale Campione del Mondo in carica, pochi giorni fa, ha ufficializzato il prolungamento della partnership con Adidas che resterà Official Supplier fino al 2022. Grazie a questo accordo la Federazione tedesca (DFB) incasserà una cifra che si aggira sui 70 milioni annui a partire dal 2019. Si tratta del contratto più remunerativo nella storia delle nazionali, superiore di quasi trenta milioni a quello attualmente in vigore tra Nike e la Nazionale francese (che vale circa 42 milioni di euro annui).