La Stampa, 24 giugno 2016
In Germania la Deutsche ha liscenziato tremila dipendenti
In Germania Deutsche Bank chiuderà oltre un quarto delle sue filiali e taglierà quasi 3000 posti di lavoro a tempo pieno nell’ambito di un ampio programma finalizzato a ridurre i costi. Il primo istituto tedesco ha confermato ieri sera in una nota di aver raggiunto un’intesa coi rappresentanti dei lavoratori su un pacchetto di risparmi da tempo al centro delle trattative. In concreto l’accordo prevede la cancellazione di 3000 posti sul mercato domestico (circa 300 in meno di quanto atteso finora). Di questi, 2500 riguardano soltanto il settore dei clienti privati e aziendali, che conta in totale 17.000 dipendenti. Dal momento che le cifre si riferiscono a posti a tempo pieno e che molti dipendenti lavorano part time, alla fine il numero degli impiegati colpiti dalla misura dovrebbe risultare superiore. Proseguono invece i negoziati per tagliare ulteriori 1000 posti in altre divisioni.
«Decisione dolorosa»
La riduzione dell’organico dovrebbe avvenire evitando possibilmente i licenziamenti per motivi aziendali, ha spiegato l’istituto. La riduzione dei posti di lavoro «è una decisione dolorosa, ma questo passo è purtroppo inevitabile affinché Deutsche Bank resti competitiva sul lungo periodo», ha affermato il capo del settore retail, Christian Sewing.
Nel corso del 2017 verranno poi chiuse 188 filiali in Germania (finora si era parlato di 220-235), che saranno fuse con altre più grandi. In tal modo il numero delle filiali tedesche passerà dalle attuali 723 a 535. La riorganizzazione dovrebbe riguardare soprattutto le grandi città.
Spinta sul web
Deutsche Bank intende inoltre aprire sette nuovi centri di consulenza e investire entro il 2020 750 milioni di euro in prodotti digitali, puntando dunque su un rafforzamento dell’online banking.
Già l’anno scorso l’istituto di Francoforte aveva annunciato un piano per tagliare entro il 2018 9000 posti di lavoro in tutto il mondo, di cui 4000 soltanto in Germania. L’accordo rivelato ieri è stato raggiunto dopo mesi di trattative che avevano portato a un certo punto l’amministratore delegato, John Cryan, a spazientirsi: le trattative si protraggono terribilmente a lungo, aveva affermato a fine maggio durante una conferenza con gli investitori.
Perdita record
Quella degli elevati costi è una delle principali difficoltà ereditate da Cryan. Un anno fa, in occasione della presentazione dei suoi primi risultati trimestrali, il Ceo di Deutsche Bank aveva definito i «costi inaccettabilmente alti» come una delle maggiori sfide dell’istituto, che ha chiuso il 2015 con una perdita record di 6,8 miliardi di euro.