La Stampa, 24 giugno 2016
Dalle tasse alle case chiuse, ecco le prime proposte dei cittadini 5stelle su Rousseau
D’accordo, leggere in calce a una proposta di legge sul vincolo di mandato: «Basta accendere la tv e guardare in faccia soggetti tipo Alfano e Verdini» come motivazione non sarà istituzionalmente ineccepibile. Come può far sorridere quel cittadino che ha proposto di rendere obbligatorio il voto e alla voce «esperienza», che indica il tipo di competenze di chi propone la legge, ha scritto «da fare». Però Rousseau, la piattaforma di democrazia diretta lanciata del Movimento 5 Stelle, è un esperimento politico di tutto interesse. E sbaglierebbero alcuni a sottolinearne certe ingenuità senza valutarne la spinta pionieristica e la sensazione, quanto veritiera lo scopriremo poi, che ha il cittadino di poter dire la sua, senza mediazioni.
Come funziona
Rousseau è stata lanciata un mese fa e ieri ha rilasciato le prime 129 proposte. Non sono tutte quelle pervenute: 120 sono state respinte dallo staff della piattaforma perché incostituzionali, incoerenti con il programma 5 Stelle, incomplete o senza l’indicazione di fonti di finanziamento realistiche (almeno «indicative», recita lo staff, che altrimenti avrebbe dovuto sforbiciare in maniera eccessiva).
Le proposte sono state pubblicate perché gli iscritti le valutino. Saranno poi votate (5 voti per 5 proposte) e le prime due saranno prese in carico dai portavoce e presentate in Parlamento.
Il nemico burocrazia
A una prima analisi, Rousseau offre uno spaccato della società che un domani potrà essere usato anche dal Movimento per annusare «dove tira il vento». Uno dei temi più trattati è, per esempio, la burocrazia. Dallo snellimento per i commercianti, all’inasprimento delle sanzioni per i funzionari che sbagliano, la questione è sentita. C’è chi pare avere approfondite conoscenze sull’argomento e propone digitalizzazioni dei timbri e modifiche sulle leggi dei concorsi pubblici, ma c’è anche chi senza alcuna remora dichiara alla voce esperienza: «Un cittadino che s’informa».
Dalle etichette degli imballaggi, agli incentivi sull’acquisto di bici, a scrivere sono insegnanti, disoccupati, liberi professionisti. C’è chi propone la «modifica del comma 1 dell’art. 57 Dpr 131/1986 (TU delle disposizioni concernenti l’imposta di registro) e chi, a mo’ di contrappasso, propone leggi chiare: «Qualsiasi proposta di legge deve essere scritta, postulato, riportata nella sua interezza di formulazione di senso compiuto, in lingua italiana».
Voto di scambio
Il mese di attività di Rousseau ha coinciso con la tornata elettorale. E questo probabilmente ha spinto alcuni a proporre leggi contro il voto di scambio. Addirittura introducendo la figura dell’agente provocatore nei partiti, come se fossero gruppi di trafficanti di droga. Oppure indicando con precisione estrema il sistema di sostituzione delle schede, con pagamento di 50 euro a originale. Roba da procura della Repubblica, più che da piattaforma web. E chissà che i due poliziotti e il maresciallo dei carabinieri, che pure hanno visto prendere in considerazione le loro proposte (su armi non d’ordinanza e gare automobilistiche su strada), non traggano ispirazione per qualche indagine sul campo.
Importante è anche il tema delle tasse. E della tutela dei datori di lavoro, soprattutto in termini di fondi di garanzia. C’è chi vola alto (regolarizzazione del referendum deliberativo) e chi fa lobbying (videosorveglianza negli asili proposta da un installatore di impianti di videosorveglianza). C’è il disoccupato che è stato fregato da una vendita piramidale e propone pene più severe, chi ha perso un pezzo di terra per usucapione e ne propone la modifica e l’immancabile riapertura delle case chiuse (proposta anche femminile).
Proposte serie e ingenuità, certo. Ma quando un 67enne pensionato propone di unificare Pra e Aci e confessa candidamente: «Non ho le competenze necessarie per impostare la legge. Però se venisse elaborata, potrei dare il mio contributo», forse è un esperimento che mostra un attivismo inusuale, da tenere d’occhio.