Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  maggio 30 Lunedì calendario

Parrocchie aperte H24, il sogno di Papa Francesco

La parrocchia non sia un negozio che apre e chiude a un certo orario prestabilito, ma sia un luogo aperto no-stop, 24 ore su 24. Così vorrebbe Papa Francesco che ieri, in piazza San Pietro, ha celebrato la messa in occasione del Giubileo dei Diaconi. «A me fa male al cuore quando vedo un orario, nelle parrocchie: Dalla tal ora alla tal ora – ha ammonito Bergoglio. E poi? Non c’è porta aperta, non c’è prete, non c’è diacono, non c’è laico che riceva la gente. Questo fa male. Trascurare (andare oltre) gli orari: avere questo coraggio, di trascurare, e andare oltre gli orari».
Il Pontefice si è soffermato sui concetti di «apostolo» e di «servitore». «Sono due facce di una stessa medaglia ha sottolineato Papa Francesco chi annuncia Gesù è chiamato a servire e chi serve annuncia Gesù». Da qui l’invito rivolto in particolare ai diaconi e ai sacerdoti, ma da estendere a tutti i laici: le parrocchie siano aperte, accoglienti, nella gentilezza e senza mai sgridare i fedeli. «Per seguire il Vangelo ha affermato Bergoglio siamo invitati a vivere la disponibilità, a distaccarsi dal disporre tutto per sé e dal disporre di sé come si vuole». «Chi serve ha aggiunto non è schiavo dell’agenda che stabilisce, ma, docile di cuore, è disponibile al non programmato: pronto per il fratello e aperto all’imprevisto, che non manca mai e spesso. Chi serve non è custode geloso del proprio tempo, anzi rinuncia ad essere il padrone della propria giornata».
Un tema, quello affrontato ieri dal Papa, che ha spaccato la chiesa tra parroci che hanno approvato il discorso di Francesco e altri che invece si sono trovati più riluttanti. «Da sempre presto servizio in parrocchia come prete diocesano afferma don Marco Sanavio, direttore ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Padova – e devo dire che fino a oggi ho sempre respirato l’atmosfera di parrocchie aperte. Ho sempre chiuso tardi il portone delle chiese e in canonica mi sono abituato al campanello a tutte le ore, una dimensione della vita non facile da sostenere perché ti espropria di tanti spazi personali ma fondamentale per l’accoglienza del prossimo. Chi fa della vita un dono sa, fin dall’inizio, che può tenere per sé ben poco. Penso che Papa Francesco faccia appello a questa dimensione germinale della vita del prete che lo porta a consegnarsi nelle mani di Dio e dei fratelli, senza orologio, ma anche senza esagerare e mettere in pericolo la salute».
Il Papa si è infine soffermato sul concetto di tempo. «Chi serve ha detto non è un custode geloso del proprio tempo, anzi rinuncia ad essere il padrone della propria giornata. Sa che il tempo che vive non gli appartiene, ma è un dono che riceve da Dio per offrirlo a sua volta, sa aprire le porte del suo tempo e dei suoi spazi a chi gli sta vicino e anche a chi bussa fuori orario, a costo di interrompere qualcosa che gli piace o il riposo che si merita».
Infine l’invito ai diaconi «a vivere nella disponibilità, il vostro servizio. Sarà privo di ogni tornaconto ed evangelicamente fecondo», ha concluso il Papa.