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 2016  maggio 30 Lunedì calendario

«La mia corsa al Campidoglio con il pancione». Lunga intervista a Giorgia Meloni

Allora la devo chiamare Mamma Roma?
«Come Marchini, che mi chiama “mammina”…».
Beh, è carino…
«Sì è molto galante, anche se a volte dà l’idea di farlo con tutti. Io però preferisco come mi chiamano tutti i romani da sempre, semplicemente “Giorgia”, perché, e me l’ha pure scritto una ragazza in una bellissima lettera, mi vivono come la compagna di classe, una di casa».
E la bimba invece come si chiamerà?
«C’è una rosa di nomi, ma decideremo solo dopo che è nata, guardandola in faccia».
Quindi non c’è accordo fra lei e il suo compagno?
«Sul nome di nostra figlia io e Andrea siamo più distanti perfino di quanto non lo siamo io e Berlusconi su chi deve guidare Roma».
Mi sa che toccherà a lei cedere, per lui non sarà stato facile in questi mesi…
 «Andrea è molto protettivo verso di me e verso la bimba e sicuramente qualche perplessità l’ha avuta sulla mia candidatura, come l’avrebbero avuta tutti i padri, ma devo dire che mi è stato sempre sinceramente vicino e mi ha sempre detto di fare ciò che mi rendeva felice».
Certo che ha una tenuta fisica eccezionale, non è da tutti una campagna elettorale da incinta…
«Ma ci sono abituata. Poi questa ha il vantaggio di essere tutta dentro il Grande Raccordo Anulare, non devo girare come una trottola per l’Italia, come ero abituata a fare».
Sì ma tutta sui tacchi…
«Avevo deciso di togliermeli e ho fatto un giorno senza. Me li sono rimessi subito, sembravo Barbamamma...».
Mai un attimo di scoramento?
«No, mai. Anche se a volte mi viene da piangere dalla stanchezza. Sono al sesto mese, la bimba nascerà il 22-23 settembre, vergine o bilancia. Speriamo bene, io una preferenza ce l’ho…».
Stanchezza a parte, la meloncina, visto che ancora non ha un nome, non è un’arma in più in campagna elettorale?
«La nostra società è culturalmente programmata per proteggere la maternità e poi questa città ha un calore straordinario. La gente mi urla di fare i comizi da seduta, mi porta l’acqua. Ma soprattutto, mi riempiono di regali, anche nei quartieri più poveri. Vestiti fatti con l’uncinetto, vecchi giochi dei figli… Ha già più scarpine nell’armadio lei prima di nascere di quante non ne abbia Carry di Sex and the city».
Non sente mai di perdersi qualcosa di questo periodo unico nella vita di una donna?
«Ho i miei momenti in cui sono sola con me stessa e la sento muoversi nella pancia e mi commuove molto. Forse perdo qualcosa, ma in giro per Roma ricevo ancora di più: tutti si prendono cura di me, mi sono vicini. La gente è stata capace di dirmi cose che mi hanno fatto tremare i polsi».
Ma è la maternità che la rende più bella o sono i ritocchi di photoshop?
«A quasi 40 anni ho imparato a presentarmi meglio rispetto a quando ne avevo trenta. Come tutte le donne, ci faccio più attenzione. Ma l’aspetto fisico lo curo solo per il mio compagno, nella vita politica per me non è un valore, mi sentirei umiliata se sapessi che qualcuno mi vota per quello».
Guido Bertolaso le aveva suggerito di starsene a casa e occuparsi della gravidanza…
«Non è stato il solo in Forza Italia. Ma poi non hanno più tirato fuori l’argomento, hanno capito che era un autogol».
Lei la prese male?
«Come ogni madre, non ho gradito che mia figlia diventasse strumento di campagna elettorale. Ma Bertolaso, che è un ottima persona, in questa campagna ha un po’ perso la testa. È andato in periferia con la valigia, ha detto che avrebbe votato Giachetti, ha difeso i rom…».
Però lei all’inizio l’aveva sostenuto…
«È stato un errore di valutazione. Poi a bocciarlo però sono stati i romani, che per lui hanno dimostrato una particolare avversione, e in democrazia non si può prescindere dalle indicazioni dell’elettorato».
Da Forza Italia dicono che la frittata l’ha fatta lei: se avesse detto subito di volersi candidare quando Berlusconi gliel’ha proposto….
«La mia colpa è aver avuto tre settimane di dubbio subito dopo aver saputo di essere rimasta incinta. È stata l’unica volta che la dimensione personale e umana è entrata pesantemente nella mia vita: merito di essere massacrata per questo? E poi non è che in Forza Italia la raccontano molto giusta…».
E com’è quella giusta?
«In Forza Italia non mi è mai stato chiesto con convinzione di candidarmi. L’entusiasmo è stato dimostrato soprattutto a posteriori, quando tutti pensavano che non sarei più scesa in campo».
Perché bocciato Bertolaso non ha puntato su di lei? Orgoglio, sfida di potere?
«Francamente non l’ho ancora capito. È una scelta innaturale e credo se ne renda conto anche Berlusconi, visto che ogni giorno ci tiene a dire che a livello nazionale saremmo alleati. Chissà forse di me si fida poco perchè ragiono con la mia testa».
Sono in tanti a sostenere Marchini…
«Alfio ha fatto un miracolo, ha messo insieme tutti quelli che si sono combattuti durante la seconda Repubblica. Berlusconi con Fini, D’Alema con Storace, Cuffaro con Scajola. A cercare bene potremmo trocare pure il Mostro di Loch Ness. Gli mancano solo i romani, che proprio non ne vogliono sapere. Le mele non si sommano con le pere, la genter non è stupida».
Perché tutta An è contro di lei?
«Piano, tutti gli ex colonnelli di An sono contro. La base è con me. Penso perché sanno che se vinco io è la prova che loro hanno fallito».
Ha contro anche la Mussolini…
«Quella vera sta da noi, si chiama Rachele e non ha mai tratto vantaggi dal cognome del nonno. Alessandra non voleva candidarsi, poi aveva preso contatti per farlo con noi ma in una notte ha cambiato idea ed è saltata dall’altra parte. Meglio che mi cucia la bocca…».
Anche l’alleato Salvini, con questa storia del pedaggio sul raccordo anulare le ha spedito un bel siluro…
«Guardi che non l’ha mai detto, mi sono sentita la registrazione. Ha parlato di un abbonamento annuale per girare su tutte le autostrade».
C’è chi dice che non si deve fidare troppo di Salvini, il rivale più vicino è lui…
«Abbiamo un ottimo rapporto, stiamo lavorando molto bene insieme».
Al ballottaggio Berlusconi ha detto che la voterebbe.
«E grazie tante, chi dovrebbe votare? Giachetti o la Raggi?».
In tv ha detto che il centrodestra vincerà le amministrative e unito sconfiggerà Renzi nel referendum. Poi ci sarà la grande coalizione per cambiare Costituzione e legge elettorale…
«Vede, l’asino casca sempre lì. Non è vero che ci sono due centrodestra. Il centrodestra è uno, ma il discrimine non è la posizione sull’Europa o sulla Merkel, che pure vorrei ricordare ha mandato a casa Berlusconi. Il nervo scoperto è la posizione su Renzi. Noi siamo contro il governo, a parole e nei fatti. E Berlusconi, da che parte del campo sta? Se vuole la grande coalizione».
Ma pure Berlusconi è contro Renzi. Ne dice peste e corna…
«Se così fosse a Roma mi sosterrebbe. Invece sta con Marchini che non ha chance, e così rimette in partita il candidato di Renzi, Giachetti, che altrimenti rischiava di non arrivare al ballottaggio».
Il guaio è che come dimostrano la Le Pen e le elezioni in Austria, la destra da sola non vince…
«Io tutti questi moderati in giro non li vedo. La Le Pen non ha ancora perso la partita e in Austria la destra è stata sconfitta per poche migliaia di voti ma a vincere sono stati i verdi, che sono tutt’altro che moderati».
In Italia però gli estremismi non funzionano più da quando non c’è più lui…
«Io vedo in giro molta gente esasperata. E poi basta con questa invenzione mediatica che la destra sarebbe impresentabile. Si guardi al mio programma: sono impresentabili il bigliettaio sull’autobus, gli asili nei condomi, la riqualificazione delle periferie e il rilancio del litorale? A me sembra solo buon senso».
Dicono che la Raggi stia perdendo consensi…
«Mi sembra normale. Risulta sempre più evidente che i grillini non hanno personale politico. Sono stati aiutati da Mafia Capitale e dal fatto di non avere un passato. Ma il loro candidato più passa il tempo e più perde freschezza e diventa inquietante. Guardi quest’ultima cosa che è uscita su come si finanzia attraverso un conto all’estero».
Stasera la incontrerà al faccia a faccia…
«Al tg di Sky, con gli altri candidati, ci sarà da divertirsi. Ma sarà l’unica volta e non è un confronto diretto. Quello l’ha sempre scansato, anche se io le avrei lasciato tenere l’auricolare per farsi dettare tutto dal figlio di Casaleggio».
Da sindaco qual è la prima cosa che farà per Roma?
«Ripulirla, dall’immondizia nelle strade ma anche nei gangli del potere. Viviamo un degrado totale. E poi, lotta senza quartiere all’abusivismo».
Un difetto e un pregio dei romani?
«Sono orgogliosi fino a diventare sbruffoni. Un po’ come me che vado fiera della mia parlata della Garbatella e malgrado i consigli, fuggo dai corsi di dizione. Ma questa fierezza è anche il loro pregio ed è la forza a cui devono aggrapparsi per risorgere con la città».
L’ultimo sindaco che le è piaciuto?
«Petroselli, forse perché avevo cinque anni».
E quelli dell’età dell’oro, Rutelli e Veltroni?
«Hanno governato solo per se stessi. Il buco nei bilanci è colpa loro: 22 miliardi con cui hanno finanziato le loro ambizioni e che i romani non si sa quando finiranno di pagare».
Diventare sindaco di Roma è il tuo sogno da che hai mosso i primi passi in politica?
«Non sono così matta, io volevo fare l’interprete... È un incarico che terrorizza da tanto è complesso».
Ma lei è sempre per la famiglia tradizionale e contro le nozze omo?
«Sì, certo».
E allora perché visto che diventa mamma non regolarizza e si sposa?
«Io sono di destra e tradizionale. Me lo deve chiedere lui, questo passo non spetta alla donna».