Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  maggio 27 Venerdì calendario

«Sono tollerante, ma lei è fanatica». Il lamento dell’ex onorevole Barbato per la figlia che s’è convertita all’islam

Da quando nel 2012 ha lasciato il Parlamento, dove sedeva come intransigente e focoso deputato dell’Italia dei valori, Franco Barbato era rimasto ai margini della cronaca. Sì, adesso è candidato sindaco con una lista civica («trasversale a tutti i partiti, mentre il mio competitor è di Forza Italia») a Camposano, provincia di Napoli, circa seimila anime; ma la notizia non era andata molto oltre i confini del suo paese natale. Così ieri per Barbato deve essere stato un po’ un ritorno al passato, il cellulare che squillava in continuazione, radio e tv che lo volevano intervistare. Tutto a causa di un articolo pubblicato dal Giornale, sul quale ha raccontato il suo dolore perché sua figlia, 26 anni, si è convertita all’Islam. «Non so come mai sia venuta fuori questa storia: mercoledì mi ha chiamato un giornalista del Giornale e mi ha chiesto di mia figlia. E io, come ho sempre fatto, ho risposto. Credo che i personaggi pubblici debbano sempre essere trasparenti, anche nella loro vita privata», dice. E aggiunge: «Manuela ha scelto di chiamarsi Aysha. Veste l’hijab, segue gli orari delle preghiere e in quei momenti per lei esiste solo Allah: non sente neppure se i suoi bambini piangono. Sono tollerante, ma lei è diventata fanatica, quando prega sembra un automa. Mi fa male, c’è una differenza troppo grande con il nostro modo di vivere». Barbato era ancora a Montecitorio quando Manuela parte con un ragazzo indiano, conosciuto all’università: «Mi telefona mia moglie e mi dice “guarda che tua figlia è andata a vivere in India ed è incinta”. Meno male che in quel momento ero seduto». Non è mai andato a cercarla: «Rispetto le decisioni delle persone. Parlavamo al telefono». Dopo qualche mese è tornata dai genitori, è nato Davide («bellissimo, con gli occhi azzurri come noi»), poi è ripartita ma adesso è di nuovo a Camposano, e fa il tifo per la lista del padre. Ci sono anche il secondo bambino, Giovanni, e il marito della ragazza. «Marito? Credo che si siano sposati in India. Non so». È anche lui musulmano radicale? «Non lo so, qualche volta viene qui a dormire e va via la mattina presto, lavora in una pizzeria a Napoli. Non mi interesso a lui. A meno che non venga a sapere certe cose: allora diventerei io più feroce dell’Isis».