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 2016  maggio 26 Giovedì calendario

Renzi non vuole Ventura come nuovo ct della Nazionale, preferisce il renziano Montella

Il contratto di Giampiero Ventura per la Nazionale del pallone, rifinito in quei dettagli a volte tediosi, è pronto per la firma. Ormai da settimane l’ex allenatore del Torino, abituato a una feroce gavetta in provincia, è entrato nella categoria dei “venerati maestri”.
Il presidente Carlo Tavecchio (Figc) già l’ha celebrato ovunque per salvare se stesso, i calciatori già discettano sui moduli e sui valori, per gli opinionisti è già il tempo di idolatrare con trasporto. Allora perché Ventura non firma? Come ha rivelato il Fatto Quotidiano di ieri, nonostante le inevitabili “smentite” di fonti anonime di Palazzo Chigi e una precisazione della Federcalcio, l’accordo con Ventura (classe ‘48) è bloccato perché il governo non lo considera adeguato per questioni anagrafiche e per scenari politici sportivi.
Tavecchio ha assistito alla demolizione del progetto per la Nazionale italiana durante una riunione con il sottosegretario Luca Lotti, convocata per esaminare la legge sui diritti sportivi televisivi. Questo è accaduto la settimana scorsa, venerdì. Così Tavecchio ha scoperto – con stupore – le preferenze del governo renziano, che suggerisce il giovane Vincenzo Montella, tecnico della Sampdoria, a Firenze per tre stagioni. Per non alimentare conflitti con l’esecutivo, per il momento, Tavecchio ha deciso di non decidere. Non può forzare, perché agli inizi del 2017 sarà candidato per un secondo mandato in Federazione, e Palazzo Chigi – è tautologico – non farà campagna elettorale per il ragioniere di Ponte Lambro.
In perfetta uniforme democristiana con il compito di “esplorare” alleati e nemici (ricorda l’Antonio Maccanico del ‘96), Tavecchio avvierà le consultazioni per la panchina degli azzurri. Dovrà valutare i pareri delle società più blasonate del campionato, dei consiglieri federali amici, del comitato olimpico nazionale. Il nome di Tavecchio è sempre Ventura, ma agli interlocutori sarà sottoposta una rosa: il già citato Montella, Gianni De Biasi, Gian Piero Gasperini, Eusebio Di Francesco.
Il meccanismo è complesso, il successore di Antonio Conte non sarà annunciato presto: una settimana, due settimane o addirittura alla vigilia della spedizione in Francia degli azzurri? Il ragioniere di Ponte Lambro, nominato in Federcalcio pur scontando l’onta di una sequenza tremenda di gaffe (sui giocatori di colore e il calcio femminile), è protetto dal patto con Claudio Lotito e dal florido bacino di consensi nel movimento dei dilettanti, ma è sprovvisto di agganci politici. Un paio di anni fa, il Coni di Giovanni Malagò l’ha commissariato con Michele Uva, direttore generale della Federcalcio.
Il lucano Uva è l’alternativa a Tavecchio dentro la Figc. Ha assunto deleghe preziose: gestisce la comunicazione, i rapporti internazionali, le selezioni nazionali. Ma ora comanda il ragioniere. Il Coni ha gradito e agevolato l’ennesimo ritorno di Marcello Lippi, che ha accettato i galloni di direttore tecnico.
Il ct campione del mondo in Germania ha contribuito all’indicazione di Ventura e assieme a Tavecchio l’ha incontrato più volte. Il faccia a faccia definitivo era in programma martedì a Coverciano, poi è saltato perché Tavecchio ha ceduto al tormento provocato dall’interferenza di Palazzo Chigi. Oltre al futuro dell’Italia del calcio, il futuro che inquieta Tavecchio è la presidenza della Federazione. Non è un abile oratore, ma è un acuto stratega. Ha capito che la riconferma dipende dal governo. Non una buona notizia. Il governo gli augura un rapido commiato. Il profilo più esperto (e non mediatico) che circola in Figc rimanda a Uva, ideale per Malagò.
Una soluzione interna, ma non di semplice attuazione. Per sparigliare le carte c’è Gianluca Vialli, calciatore, allenatore, commentatore. Per la Nazionale è ancora prematuro e niente è scontato, ma Ventura ha promesso che firmerà il 1° giugno. Per il suo matrimonio a Bari.