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 2016  maggio 26 Giovedì calendario

Grillo è preoccupato per le false liste del M5s

L’avvertimento apparso sul blog di Beppe Grillo ieri suonava come l’ammissione di un problema serio: «Il Movimento 5 Stelle non appoggia altre liste oltre quelle certificate e non stipula alleanze con nessuno. Pertanto invitiamo gli elettori dei Comuni dove non è presente una lista certificata Movimento 5 Stelle a diffidare di qualsiasi indicazione di voto o di sostegno esterno a candidati di liste civiche o partiti, anche se proveniente da meetup locali». Insomma, se c’è un movimento-azienda ci sono anche le imitazioni: è la legge della politica proprietaria, e un effetto collaterale del conflitto d’interessi.
Alle prossime elezioni il Movimento si presenta solo in 251 comuni su 1368: possibile che sia questa la capacità della seconda forza politica d’Italia? È chiaro che tanti militanti cinque stelle, alcuni anche storici, esistono anche laddove non c’è una lista ufficiale: ma esistono pure militanti che – vistasi negata la certificazione – si sono candidati lo stesso con un mare di liste civiche, e vanno in giro drenando il voto del M5S, sostenendo di essere dei cinque stelle, e magari avendo anche qualche ragione soggettiva per farlo. Immaginate una situazione del genere alle elezioni politiche: il Movimento ci rimetterebbe diversi punti.
Prendete una città importante come Salerno, 150 mila abitanti, senza contare l’hinterland. Il direttorio e la Casaleggio hanno negato la certificazione a uno storico meet up locale, che aveva già scelto a grande maggioranza Oreste Agosto come candidato. Agosto è un avvocato, stimato in città, conosciuto per storiche battaglie politiche contro Vincenzo De Luca. Fu un suo esposto ad aprire la pratica della decadenza dell’allora sindaco; fu sempre lui a dar battaglia a De Luca sul Crescent, il discusso affare urbanistico della città. Bene: siccome Agosto non faceva parte della cordata M5S vincente (che a Salerno ha come proconsole locale Angelo Tofalo, uomo di stretta osservanza-Di Maio), «hanno creato – ci dice – una lista ad hoc contro di me, presentata peraltro dopo i termini regolari del 7 marzo, usandola per fare confusione e poi per negarmi la certificazione». Agosto ha scritto a Di Maio, «gli ho detto “in base a quali regole date o negate la certificazione? Non è affatto chiaro”». Ma si sente uomo del Movimento, e perciò non si è candidato contro. Invece un altro militante, Dante Santoro, uscito dal M5S, si è fatto una lista civica, e con una decina di altri ex grillini correrà alle elezioni. Santoro punta a entrare in consiglio comunale, e se prende voti grillini ce la fa anche. In pratica, il Movimento ha creato un meccanismo-monstre che può anche essere usato contro di lui. I casi possono essere tanti, ripensate al dato iniziale: il M5S che corre solo in 251 comuni su 1368.
Prendiamo un’altra città: Rimini. È un caso interessante. Anche qui c’era un candidato, che aveva affrettato un po’ i tempi, ma aveva un’investitura di non pochi attivisti locali, l’avvocato Davide Grassi. Fu messo in discussione dall’ex moglie di Grillo, Sonia Toni. Morale: nessuna certificazione a Grassi e a nessuno; ma un ex grillino – Luigi Camporesi – s’è candidato lo stesso, facendosi due liste civiche, che tra l’altro sono alleate anche con i seguaci riminesi dell’ex leghista sindaco di Verona Flavio Tosi (oltre che con la lista di un altro ex grillino, Marco Fonti). A Rimini come leader locale c’era la deputata Giulia Sarti, una a cui hanno davvero fatto ogni torto, nel M5S, ma da quando è caduta in disgrazia domina un europarlamentare, Marco Affronte. Moltiplicate tutte queste storie ovunque non ci sia una lista M5S e avrete lo spaccato di un rischio tremendo, per la Casaleggio: che i voti M5S siano usati contro il M5S. Può succedere a Caserta, a Latina (terre dove oltretutto il voto ha componenti di inquinamento molto forti), a Ravenna. E chissà in quanti altri posti.
Una nostra ottima fonte romana confida: «A Roma hanno creato un caso con espulsioni immotivate, e illegali, secondo il tribunale. Non ci sono casi di gente che si è candidata con liste civiche extra M5S, ma di gente che dice di non votarli più ce n’è eccome; anche influenti; e lo vedrete dal risultato dalla Raggi».