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 2016  maggio 26 Giovedì calendario

Auditel, rivoluzione in corso

Il superpanel è pronto a partire: da luglio Auditel comincerà a misurare gli ascolti con un campione allargato a 15 mila e 700 famiglie dotate del people meter, il congegno di nuova generazione che rileva gli ascolti globali, vale a dire tutte le modalità di fruizione del prodotto televisivo, tv tradizionale, satellitare, digitale, pc, smartphone, tablet più il time shifted viewing, cioè la visione dei programmi in differita (vale a dire registrati, per esempio con My Sky) che secondo indagini recenti è un sistema utilizzato da circa il 36 per cento degli italiani (in Europa siamo al 50 per cento). Come dire: la stagione che si sta concludendo sarà l’ultima misurata in modo classico. Una riposta necessaria all’evoluzione dell’intrattenimento casalingo con l’entrata in gioco di nuove piattaforme (basta pensare a Netflix e simili) e la crescente atomizzazione delle modalità di visione. Come cambieranno i numeri? Difficile stabilirlo: la Nielsen, che per conto di Auditel è la società che misura i comportamenti del nostro pubblico, si troverà a dover elaborare una quantità di dati assai complessa. A cominciare da quello più mobile dei tablet e degli smartphone che, assieme al pc, secondo uno studio europeo rappresentano quasi il 3 per cento, cioè una fetta già corposa dell’utenza. Insomma, il rinnovamento è obbligato dal tumultuoso avvicendarsi di novità nel settore a cui si sono aggiunte le forti polemiche nate ad ottobre con la pubblicazione erronea dei componenti del panel (che portò anche a una sospensione della pubblicazione degli ascolti).
DUOPOLIO
Sono passati trent’anni da quando Auditel entrò in funzione, decretando in pratica l’esistenza del duopolio Rai-Mediaset. Era il dicembre dell 86 e il primo campione era composto da appena 600 famiglie. Due anni dopo erano 2420, nel 97 diventarono 5000. Ma, in questi ultimi dieci anni, l’evoluzione dell’offerta è stata tale che anche i meno propensi (leggi Mediaset) si sono convinti ad accettare la necessità di fotografare il radicale cambiamento che c’è stato e che, in qualche modo, è già contenuto anche nei rilevamenti dell’attuale sistema.
Lo dicono i numeri complessivi che misurano l’ascolto quotidiano: evidenziano da una parte una frammentazione crescente dell’ascolto e dall’altra variazioni sensibili della platea televisiva complessiva: così, da gennaio di quest’anno ad aprile il primetime ha perso quasi 2 milioni di spettatori, scendendo da 27 milioni e 635 mila spettatori a 25 milioni e 989 mila, mentre il dato dell’intera giornata ha mostrato una flessione di 1,3 milioni.
I nuovi rilevamenti cominceranno ad affluire in estate, ma prima di diventare pubblici saranno sottoposti a una serie di verifiche. Per la verità i test sono già in corso, con il campione sottoposto al viewing behaviour, al controllo del comportamento e diviso, a uso degli inserzionisti pubblicitari televisivi (che sono poi i destinatari fondamentali dell’indagine) in profili psicografici divisi secondo queste curiose categorie: sognanti, ragazzi evolutivi, pre-elite progettuale, donne doppio ruolo, elite femminile, elite maschile, protagonisti, lavoratore d’assalto, lavoro e svago, frizzanti, solide, resistenti, signore aperte, maschio preculturale, signore equilibrato, anziano da osteria, insoddisfatte, pacate, non classificabile.
Il nuovo Auditel, formato dai diecimila nuovi utenti che si sommeranno agli esistenti 5700 (che sono stati già completamente sostituiti, dopo l’incidente di ottobre), sarà monitorato da quasi 29 mila meter di ultima generazione, i GTAM lite, e sarà, dunque, funzionante dall’avvio della prossima stagione. Per la nuova organizzazione le emittenti pagheranno ad Auditel circa due milioni in più di euro (i 18 milioni del 2015 infatti diventeranno 19,8 nel 2016, con una ripartizione in base alle percentuali di audience di ciascun network associato). Per l’incidente dell’ottobre scorso la società Nielsen ha pagato un indennizzo di 957 mila euro e ha dovuto rifare l’intero campione a proprie spese. Per il futuro Auditel si è cautelata contrattualmente riservandosi di rescindere il contratto con Nielsen Italia, che vale appunto 20 milioni di euro all’anno.