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 2016  maggio 26 Giovedì calendario

Il barcone si rovescia davanti ai soccorsi: tragedia in diretta a largo della Libia. Oltre 500 salvati, almeno cinque morti

Le immagini più di ogni altra cosa. Le immagini di questa nuova tragedia sul mare raccontano al mondo l’ineluttabilità della speranza, che non si fermerà con accordi tra i Paesi di due continenti divisi dal Mediterraneo, ma si potrà fermare con un’altra speranza, come quella di una vita dignitosa in patria senza affrontare il rischio di morire. «Solo con la stabilizzazione della Libia potremo bloccare i trafficanti» sostiene l’ammiraglio Enrico Credendino, responsabile dell’operazione Eunavformed.
DICIOTTO MIGLIA
Un barcone strapieno di migranti, quasi seicento, si è capovolto scaraventando i passeggeri in mare al largo delle coste della Libia – distanti in quel momento 18 miglia -, e almeno cinque sono morti, ma 562 sono stati salvati da due navi della Marina italiana, il pattugliatore Bettica e la fregata Bergamini, intervenute subito. Le vittime però potrebbero essere di più: perché nel barcone affondato – un grande peschereccio malmesso – non si esclude che ci fossero degli sventurati che sono rimasti intrappolati nella stiva.A salvare la vita, ma anche a causare la morte, è stata probabilmente la telefonata di un cellulare satellitare, proprio dal barcone, che ha mandato un Sos.
LA TELEFONATA
Ma dopo quella telefonata e alla vista delle due navi in soccorso in molti si sono spostati da una parte all’altra del barcone, gridando, agitandosi. «A causa del sovraffollamento e dell’instabilità dovuto all’elevato numero di persone a bordo» il barcone, «in precarie condizioni di galleggiamento» secondo il dispaccio della Marina militare, si è piegato. Poi capovolgendosi. I profughi sono finiti in acqua, e la corrente li ha presto sparpagliati. Alcuni avevano già indosso dei giubbotti di salvataggio. Ma, appunto, non tutti. Dal pattugliatore Bettica sono stati lanciati i salvagente. Ed è stata scattata la drammatica sequenza fotografica che ieri ha già fatto il giro del mondo, raccontando in immagini quanto avvenuto.
LE CONDIZIONI DEL MARE
Alcuni migranti non sapevano neanche nuotare, e si sono salvati lo stesso grazie all’efficacia delle operazioni di soccorso. Cinque le vittime accertate. In un esodo che all’improvviso, come si temeva per questa fine di maggio, è diventato più intenso con le condizioni meteo che si sono stabilizzate: oltre tremila migranti in viaggio verso l’Italia sono stati tratti in salvo in quarantotto ore, con ventitré barconi individuati in altrettante operazioni di soccorso coordinate dalla nostra Guardia costiera. E anche nei giorni prossimi si teme che non ci sarà tregua sulla rotta verso il Canale di Sicilia.
ABBANDONATI
Ieri 1.056 profughi, portati in salvo dalla nave Dattilo, sono stati accolti al porto di Palermo. Tra loro c’erano duecentosessantotto minori, molti dei quali ancora bambini, quasi tutti definiti «non accompagnati». Sono partiti dalla Libia, sono originari del Senegal, Gambia, Nigeria. Altri oltre trecento profughi recuperati l’altro giorno sono stati sbarcati ieri a Trapani, 108 sono stati salvati da un gommone in difficoltà, ancora al largo delle coste della Libia, dallo stesso pattugliatore Bettica che aveva appena soccorso i naufraghi del barcone rovesciato. Senza famiglia, come tanti dei minori sbarcati a Palermo, è rimasta anche una bambina di appena nove mesi (l’età è apparente, e chi potrebbe dire quando è nata la piccola e come si chiama?), perché sua madre, che era partita con lei, è morta – secondo le testimonianza dei superstiti – per le ustioni della benzina in un gommone che ha raggiunto il Canale di Sicilia.