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 2016  maggio 25 Mercoledì calendario

Tre negozi e qualche piccolo terreno. Ecco l’eredità di Pannella

Su quella politica stanno litigando tutti e chissà che fine potrà fare. Giacinto Marco Pannella, il leader radicale scomparso a 86 anni per un male che non lascia scampo, non ha dato istruzioni sulla propria eredità politica. Difficile dire chi lui ritenesse ancora al suo fianco e chi ormai considerasse un nemico e forse perfino un traditore, perché molti dei possibili delfini hanno vissuto nel tempo ora l’una ora l’altra condizione. Come si è capito dal giorno stesso delle commemorazioni e dei funerali, solo la pugna e il roteare di spade dirà qualcosa di certo. Ma c’è un’altra eredità in ballo, difficile anche essa da assegnare perché secondo i suoi più stretti e ultimi collaboratori Pannella non avrebbe fatto testamento. Piccola eredità certo, ma anche essa da trasmettere. In tutto tre negozi e qualche piccolo terreno. Anzi, la metà di tre negozi e di qualche appezzamento di terra. In gran parte nella natia Teramo, e tutto frutto di eredità materna o paterna: la famiglia di origine era infatti benestante. I tre negozi – due a Teramo e uno a Riccione – erano divisi con la sorella Liliana, di due anni più giovane, scomparsa però nell’agosto scorso. Quelli di Teramo risultano ad oggi ancora intestati ai due fratelli, quello di Riccione invece per la quota di Liliana è stato lasciato in eredità alla Fondazione Valentino Bucchi di Roma, che alla scomparsa di Marco Pannella risultava quindi comproprietaria dei locali al 50%.
I due negozi di Teramo sono piccola cosa, 20 metri quadrati l’uno. Un tempo affittati, sembrano oggi risultare vuoti e a disposizione. Uno in viale Francesco Crispi viene valutato poco meno di 50mila euro. L’altro in via Luigi Badia la stessa cifra (non sono lontano in linea d’aria), ma ha una storia particolare e travagliata. Lì i fratelli Pannella avevano l’intera palazzina di proprietà, e non solo il locale commerciale sulla strada. Era giunta loro in eredità prima dalla mamma del leader radicale, Andrée Eugénie Estachon una signora svizzera nata a Lucerna nel 1901 e morta a Montreux il 27 luglio 1983. Poi l’eredità si è chiusa con la scomparsa del padre Leonardo Pannella, teramano nato alla fine dell’Ottocento. Nel lontano 1998 i fratelli Pannella decisero di regalare l’intero palazzo di via Badia a tre fratelli teramani oggi poco più che quarantenni: Luca, Mariavaleria e Anna Romito. Una donazione regolare fatta davanti al notaio Giovanni Battista Bracone di Teramo, di un discreto valore, visto che comprendeva negozi, autorimesse di ampia metratura e 12 appartamentini di piccola consistenza (uno da un vano, gli altri fra 2 e 3,5 vani) disposti fra piano terra, e primo, secondo e terzo piano della palazzina. Donazione misteriosa, di cui mai nulla sembra essere uscito sulla stampa. Ma anche donazione assai pasticciata, tanto che al catasto risultano due successive rettifiche negli anni. Una volta perché parte di quello che i fratelli Pannella avevano donato ai fortunati beneficiari, non era più nella loro disponibilità. Il padre l’aveva venduto (senza dirlo ai figli) a terze persone mentre era ancora in vita, e gli atti non erano stati registrati regolarmente al catasto. Sono però spuntati fuori i legittimi proprietari, e hanno preteso con fior di documentazione il loro che era stato indebitamente regalato dai Pannella ai giovani Romito. Nel 2012, quindi quasi 14 anni dopo quella donazione, il leader radicale e la sorella hanno cambiato parzialmente idea, richiedendo indietro proprio quel negozietto che oggi risulta intestato ad entrambi e non sembra essere lasciato in eredità ad alcuno. Per farlo hanno rettificato e ritirato solo per quel locale l’atto di donazione del 1996. Nulla sembra essere avvenuto invece per i terreni che risultano oggi nell’asse ereditario di Marco Pannella: anche quelli a Teramo, in tutto ammontano a oltre 1.400 metri quadrati, ma sono incolti e non edificabili: il valore non è granché.
Anche i locali di Riccione derivano dall’eredità paterna. Sono due, ma uniti e più grandi di quello di Teramo, in via Dante Alighieri, accatastati al numero 76. In quel luogo fino a un anno fa c’era una pelletteria, che oggi non risponde più al telefono. Il valore qui però è decisamente superiore: i poco più di 50 metri quadrati di locali commerciali vengono valutati fra 350 e 600mila euro secondo lo stato conservativo in cui si trovano. Per qualcuno potrebbe essere una eredità importante. Resta da scoprire però il beneficiario...