la Repubblica, 25 maggio 2016
Il mondo cambia senza il nostro permesso
Bene che il nuovo presidente austriaco non sia un nazional-populista ma un ambientalista tollerante. Ma la vera notizia è che i due grandi partiti che hanno retto le sorti di quel popolo dalla caduta del nazismo a oggi, quello democristiano e quello socialista (ovvero: la fu borghesia moderata e la fu classe operaia) hanno visto i loro candidati sparire nel nulla già al primo turno. Il passato non esiste più, e non solo in Austria. Di ogni paese potremmo dire “non ti riconosco”, che è il titolo dell’ultimo libro, bello e triste, di Marco Revelli. Ma dovremmo farcene una ragione, prima o poi, se non vogliamo invecchiare da sradicati e da stranieri in un tempo irriconoscibile, in società incomprensibili. Il mondo cambia senza il nostro permesso. E se è patetico fingere una sintonia con i tempi non sempre sincera e soprattutto non sempre possibile, è frustrante pretendere che l’oggi sia nominabile con le stesse parole di ieri, riconoscibile con lo sguardo di ieri. La democrazia così come l’abbiamo conosciuta, fondata (soprattutto) sul patto sociale tra borghesia e proletariato, non esiste più perché non esistono più gli stipulatori di quel patto. Chiamare genericamente “populismo” quasi tutto quello che ne ha preso il posto non basta a capire come funziona il presente, e che futuro ci attende, ripugnante o affascinante che sia.