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 2016  maggio 24 Martedì calendario

I tedeschi accusano Fca di aver truccato i dati sulle emissioni

Sembra una tempesta in un bicchier d’acqua. E tuttavia si va scaldando la polemica fra il ministero dei Trasporti tedesco e Fca, una discussione che vede contrapposte Italia e Germania.
Ieri i rumor provenienti da Berlino e amplificati dai media vicini alla locomotiva d’Europa hanno messo sotto pressione il titolo di Fca che a Milano (indice in calo del 2,7%) ha perso il 4,4% chiudendo un filo sopra 6 euro. Sia la Bild che la Frankfurter Allgemeine Zeitung hanno scritto nel weekend che, visto il rifiuto del gruppo italo-americano a dialogare, la Kba (la motorizzazione tedesca) avrebbe girato il dossier che riguarda Fca sia a Roma che a Bruxelles.
LA SMENTITA DI BRUXELLES
La Commissione Ue durante la giornata ha spiegato che a loro non è arrivato nulla in proposito, ricordando che la responsabilità delle omologazioni delle vetture spetta agli Stati che l’hanno effettuata, quindi se c’è qualcosa che non va sulle auto Fca Berlino deve chiedere spiegazioni al Ministero dei Trasporti italiano e non al Lingotto. Una tesi nei giorni scorsi sostenuta sia dai vertici di Fiat Chrysler che dal ministro Delrio che aveva invitato il collega Dobrindt di mettersi in contatto con il governo italiano.
Le fonti ufficiali escludono l’ipotesi di un software illegale. La casa italo-americana, infatti, non è intervenuta sull’argomento, ma si è limitata a ribadire quanto più volte dichiarato: tutti i veicoli dell’azienda non hanno dispositivi fuori legge e sono perfettamente in regola con le normative vigenti.
LE VERIFICHE
Posizione simile quella della Kba poiché, nella conferenza di presentazione dei test effettuati su una cinquantina di modelli di 22 costruttori, lo stesso Dobrindt aveva escluso che qualcuno avesse frodato. Nei codici delle centraline, al limite, potevano esserci dei passaggi poco chiari, finalizzati a migliorare l’efficienza in particolari condizioni di utilizzo, un’impostazione eventualmente da correggere.
Ed in seguito a questo Berlino ha invitato alcuni costruttori tedeschi dei quali aveva omologato le vetture ad effettuare azioni di richiamo per “migliorare” il software.
Interventi che non possono essere richiesti per veicoli omologati in altri paesi. Le voci accentuate dalle associazioni ecologiste in Germania, invece, sostengono che i propulsori due litri Euro 6 montati in particolare sulla 500X avrebbero un timer nella centralina in grado di abbassare i livelli di controllo dopo 22 minuti visto che le procedure di omologazione durano al massimo 20 minuti.
Un’ipotesi veramente poco credibile poiché non si capisce per quale motivo se ci fosse stato un dubbio del genere la Kba non avrebbe incalzato rapidamente la motorizzazione italiana invece di insistere nella ricerca di un dialogo con il costruttore che non è previsto da alcuna normativa.